domenica 21 giugno 2020

Sulis e Airmed

da Pinterest.com
 

Litha è la festa del solstizio d’estate, e in questo momento le erbe medicamentose sono al massimo del loro contenuto di sostanze benefiche. Per gli irlandesi, la conoscenza di tutte le erbe apparteneva ad Airmed. Era figlia della divinità associata alla medicina Diancecht, un tipo molto capriccioso, facente parte della stirpe dei Tuatha De Dannan. Aveva vari figli, tra cui Miach ed Airmed. Miach superò il padre in bravura, tanto che ricostruì la mano che Re Nuada aveva perso in battaglia, dimostrando “poteri chirurgici”, e Diancecht, geloso, provò ad ucciderlo crudelmente più volte, ma Miach era così abile che riusciva a rigenerare se stesso. Alla fine Diancecht riuscì ad infliggere il colpo mortale. La sorella Airmed andò a piangere sulla sua tomba, e in quel terreno bagnato dalle sue lacrime nacquero tutte le piante curative del mondo (calcolate in 365) che lei amorevolmente raccolse e mise in modo ordinato sul suo mantello (il Brat Airmethe), cucendole come fossero piantate su un prato. Ma ecco che di nuovo Diancecht si arrabbiò e mischiò tutte le erbe. Per questo nessun essere umano potrà mai padroneggiare pienamente tutti i segreti dell’erboristeria che solo Airmed conosce. Le antiche leggende sanno essere anche piuttosto crudeli. Airmed e i suoi fratelli, tramite il canto e l’incanto, furono in grado di risuscitare i morti al pozzo di Slaine.



"Airmid" di Morgaine du Mer


Ma veniamo all’archetipo che io associo a questo periodo, ovvero, la Dea Sulis.
Non vi sono leggende specifiche su di lei, perché è una antica Madre ancestrale, una delle antiche dee solari che portavano luce e creazione. Il suo nome può avere due derivazioni: la prima è dall’irlandese antico “suil”, che significa “occhio, spacco”, indicando sia l’apertura del ventre divino da cui esce la vita, sia la feritoia nella roccia da cui sgorga la sorgente e che, secondo gli antichi celti, era un punto di contatto con i regni del Sidhe, poiché da quella feritoia si poteva comunicare con quel popolo magico e loro potevano vedere cosa succedeva in superficie. Il Sidhe, o Daoine Sidhe, è il nome usato dai Tuatha De Dannan quando, dopo la battaglia con i Milesi, dovettero lasciare la superficie della terra ai vincitori e furono costretti a vivere sotto terra, ovvero, nelle grotte, sotto le radici degli alberi, sotto i laghi, negli anfratti sotto le colline, tra i dolmen, nei tumuli ecc… Si tratta in realtà di un luogo fatato, fuori dallo spazio e dal tempo, dove questo popolo, divenuto “piccolo” per necessità, costituito di fatine, folletti, nani, ecc… , danzano alla luna, banchettano e, secondo alcuni, rapiscono i bambini. La seconda ipotesi riguardo il nome Sulis, quella più classica e ancora oggi accettata, è che sia il termine orginario del gallese “haul” o dal celtico "sul", ovvero sole. Quello che sappiamo per certo è che a lei fu dedicato un tempio nella città di Bath, che fu chiamato Acque Sulis. La gente andava lì per bagnarsi in quelle acque termali, per portare doni chiedendo abbondanza e per avere giustizia. Nel tempio infatti sono state trovate delle tavolette incise con parole maledicenti verso persone che avevano rubato o fatto altri torti.
Alcune epigrafi alle terme di Bath (unico luogo dove appare il nome Sulis), le dediche e le iscrizioni in latino a lei rivolte e ritrovate sia in Britannia che in Gallia, parlano di lei come Matribus Sulevie, Deae Suleviae e Sororibus Sulevie, quindi madre divina legata ad una sorellanza, costituita forse dalle sue sacerdotesse. Suleviae è una sorta di nome plurale di Sulis, che risulta essere la triplice dea. Per le sue caratteristiche, i romani l’hanno associata alla Dea Minerva, chiamandola proprio Sulis Minerva, ed è a lei che è dedicato Acque Sulis, che fu fatto costruire proprio dai romani dove c’erano le fonti di Sulis, già venerate dalle popolazioni autoctone. Il binomio acqua e sole era considerato molto potente in merito a energie vitali, creative, nutritive e guaritrici. Lei era la Madre ancestrale, il sole che scalda, l’acqua che purifica e nutre, l’occhio che guida e che vede tutto, a cui nessuna cattiva azione può sfuggire.


Testa di Sulis Minerva trovata nel Tempio di Bath


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- Le immagini di Sulis sono entrambe prese da Pinterest.com dove non era indicato il nome degli autori
- Immagime di Airmed di Morgain du Mer

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Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice

Glastonbury

Glastonbury Tor

Secondo alcune cronache medioevali, Glastonbury è l'antica "Avalon". Come hanno dimostrato Steve Blake e Scott Lloyd dalle loro ricerche, riportate nel loro libro "Le Chiavi di Avalon", dopo essere andati a vedere numerosi documenti antichi per capire da dove Geoffrey de Monmouth (1100 circa-1155) poteva avere preso il materiale per il suo Historia Regum Britanniae (che sembra ispirato alle opere di Nennio vissuto nel 700 e morto l'anno 809)quelle cronache erano falsate, mentre lo studioso Roger Sherman Loomis, nella sua opera del 1963, le ha ritenute "una delle frodi più sfacciate e di maggior successo". Questa e le opere di "cronisti" successivi erano difatti  operazioni politiche commissionate a tali scrittori da Re bretoni, come ad esempio Enrico II, Re facente parte della stirpe dei Plantageneti provenienti dalla Francia, che nulla avevano a che fare con il Galles sul quale però volevano vantare dei diritti. Così si crearono una bella parentela con tale "Re Artù", che fecero ritrovare falsamente (nessuno ha mai visto le salme) sepolto con Ginevra nei giardini dell'Abbazia di Glastonbury e cambiarono la topografia delle vicende arturiane giocando con le somiglianze tra i veri nomi dei luoghi e quelli indicati da loro, edulcorando così tutta la possibile verità sulla vicenda. Da quel momento per molti Avalon e Glastonbury sono la stessa cosa, e probabilmente per una notevole operazione turistica-commerciale tutt'oggi la gente di Glastonbury afferma di vivere ad Avalon. A dire il vero, Goffredo non cita esplicitamente Glastonbury, ma il primo a farlo fu Giraldo Cambrense (1146-1223), un religioso, autore, fra le altre cose, anche di opere storiche e geografiche. Giraldo parla di "Glastonia" e l'associa alla "Insula Avallonia", derivata dal britannico "Inis Avallon", che Goffredo de Monmouth chiamava "insula pomorum" (isola delle mele). Sono molto complesse le numerose disquisizioni se Glastonbury abbia o no un vero legame con Avalon, e ormai gli studiosi sono quasi tutti d'accordo per il "no".
In realtà, nelle antiche leggende, Avalon (nome moderno di Emain Ablach, Ynis Afallach, Ynis Witrin, Tir na nOg ecc..... ovvero l'altromondo celtico) si trovava in un luogo irraggiungibile da vivi, a cui era possibile arrivare solo dopo un pericolosissimo viaggio per mare verso l'ignoto, veleggiando verso Nord-Ovest. In questa Terra delle Mele giungevano solo coloro che ne erano degni, e Re Artù ferito e morente fu portato lì da Morgana che avrebbe potuto guarire le sue ferite. Tutti gli altri perivano persi tra le nebbie e impatanati nelle paludi.
Secondo una leggenda più cristiana, ad Avalon giunse Giuseppe di Arimatea con il Graal, inteso come la coppa dove fu raccolto il sangue di Cristo, e a detta di Dion Fortune nel suo libro "Avalon", tale sacra coppa fu deposta all'interno della collina del Tor, rendendo quel territorio luogo sacro di misticismo e guarigioni. 
Ovviamente "Avalon" è la grande metafora di un viaggio alla ricerca di se stessi.
Detto questo solo per onor di cronaca, oggi a Glastonbury esiste un Tempio della Dea (Goddess Temple) che è il primo tempio dedicato al divino femminile riconosciuto legalmente da quando gli antichi templi furono distrutti, e le sue sacerdotesse hanno creato, in modo soprattutto intuitivo, una sorta di "spiritualità di Avalon".

"Ma i misteri devono soprattutto essere percepiti come veri, devono per forza essere comprovati da un libro scritto molti secoli fa, o da qualcosa di dimostrato dalla scienza? Cosa significa quella prova in ogni caso? E' il modo accettato da alcuni che scelgono di interpretare ciò che scelgono di vedere. Io amo la scienza, e sono sempre stata quasi una fanatica della mitologia e dell'archeologia. Ma esse non rappresentanto l'unico modo di connettersi e interpretare il passato. La Dea e la spiritualità sono una via intensamente personale ed empirica di relazionarsi in profondità col Divino. Come dice Oriah Mountain Dreamer: [...] Una scarsità di pensiero metaforico crea una cultura spiritualmente impoverita. Rileggiamo le vecchie favole, e scriviamo le nostre oggi." (da "The Teachings of Rhiannon" di Katinka Soetens, sacerdotessa del Goddess Temple)

Diciamolo: non importa niente se c'era o no Avalon nel passato in quel territorio. Ciò che conta è quello che c'è oggi, e tutti i cuori che vanno lì cercando le energie di quel mondo leggendario alla fine sono essi stessi a portarcelo e a rendere Glastonbury un luogo di connessione tra questo mondo terreno e quello magico ultramondando celato dalle nebbie, tra i cui meli scintillanti di cristallo e rugiada le Nove Morgen, le sorelle citate da Geoffrey de Monmouth, si occupano del Re morente.

Avalon o no, Glastonbury è davvero speciale. La collina del Tor svetta in mezzo ad una spianata e tutto intorno ad essa è scavato un labirinto che sale verso la cima. Percorrere il labirinto è una esperienza mistica.
Alle sue pendici ci sono due fonti sacre, le cui acque sono annoverate fra quelle chiamate "acque di luce" (tipo quelle di Lourdes per intenderci) e sembra che entrino in risonanza con frequenze di luce elevate, per questo le vengono attribuite proprietà curative. (vibrazione 14.5mila bovis ).
Io posso dire solo che dopo che l'ebbi bevuta, ho pianto.



Bassorilievo sul Tor - Brigit e la mucca

Entrata verso il Tor


A sinistra dell'entrata del sentiero che porta al Tor, sulla strada, c'è una delle due sorgenti curative e sacre di Glastonbury: la Fonte Bianca, chiamata così per le sue acque calciche che lasciano residui bianchi. Non si possono fare foto all'interno della "cisterna" (le due foto sotto sono esterne), ma è tutto buio, c'è  una nicchia dove molti suonano e meditano e una grande vasca con ai lati dee e candele accese. E' incredibilmente suggestivo e di certo favorisce l'interiorizzazione. L'acqua è gelata e l'ambiente freddo e umido. Chi vuole può farci il bagno anche tutto nudo (così dicono i cartelli), ma ovviamente con garbo e senza esibizionismi, data la sacralità del luogo. Io non ho visto nessuno immergersi, ma bagnarsi un po', accendere candele e pregare è una prassi di chiunque entra in questo luogo. Rispetto a quando vi andai 13 anni fa, nel 2018 (l'ultima volta che sono stata a Glastonbury) lo trovai molto cambiato, ancora più affascinante, mistico e intimistico.


Entrata della Fonte Bianca 13 anni fa



Interno Fonte Bianca nel 2018: foto del Lupacchiotto, che non sa leggere l'inglese, prima che lo avvertissi


Di là della strada troviamo l'altra fonte: Chalice Well o fonte rossa, dato che le sue acque ferrose tingono tutto di rosso. I giardini sono bellissimi, curatissimi, ed è un luogo di prodondo silenzio e meditazione in cui è assolutamente richiesto rispetto. Anche l'acqua di questa fonte è ritenuta estremamente curativa. Per entrare si paga, ma il biglietto vale per tutto il giorno: si può uscire e poi rientrare quando vogliamo. 


Entrata Fonte Rossa - Chalice Well




Il Pozzo Sacro nei giardini di Chalice Well, con la Vescica Piscis



Nel Medioevo alcuni monaci affermarono di aver trovato per caso, scavando nei giardini della propria abbazia, la tomba di Re Artù e Ginevra. Nessuno ne ha mai visto i corpi, né i reperti del ritrovamento, ma dato che erano monaci, sono stati creduti. Glastonbury si trovava in un ambiente nebbioso e paludoso (ecco perchè "isola"), e aveva questa strana collina, con i fianchi scolpiti con dei solchi che formano un labirinto. Evidentemente questo luogo è considerato sacro fin dalle epoche preistoriche, il Tor era il grande "altare" cerimoniale di qualche antico culto pagano, e data la presenza del labirinto, spesso associato al grembo femminile, probabilmente questa collina era vista come un grande tumulo che fungeva da porta per le anime di chi moriva e di chi rinasceva, grembo di vita e morte. Salire sul Tor è una esperienza che colpisce il cuore. Durante la salita si abbandona il passato, durante la discesa si guarda al futuro. Lassù, sulla cima, si medita e si ascolta l'anima mentre ci si connette alla Terra e alle energie di questo luogo. Nel sentiero per la cima del Tor ci sono delle panchine, dove fermarsi ad osservare, ascoltare, radicarsi, meditare. Si dice che quando il velo tra i mondi si alza, Gwyn up Nudd, il signore dell'aldilà, esce per raccogliere le anime, con il suo cavallo bianco dagli occhi e le orecchie rosse e una muta di cani. La torre che svetta sulla cima della collina è ciò che resta della chiesa dedicata a San Michele, costruita qui per sventare qualsiasi tentativo di culti pagani, dopo che un incendio la distrusse. La leggenda cristiana narra che Giuseppe di Arimatea, arrivato qui con il Graal, lo seppellì proprio in questa collina. 


La Tomba di Artù e Ginevra nei giardini dell'Abbazia di Glastonbury

I ruderi dell'Abbazia


Meleto dell'Abbazia



Passeggiando per Glastonbury ho trovato questa particolare cappella, la St Margaret Chapel. Si visita in pochi minuti, ma vale la pena. 




In fondo al paese si trova la collina di Wearyall Hill, nota non solo perché è parte del "corpo della Dea" che è il territorio di Glastonbury, ma perché sopra c'era un biancospino molto speciale: sembra che sia scaturito dal bastone di Giuseppe di Arimatea, che lo piantò su questa collina quando arrivò in questa terra sacra. Il bastone col tempo divenne un albero e, come d'uso, tutti ci appendevano dei nastrini. Purtroppo qualche anno fa dei vandali, in piena notte, lo tagliarono, e questo è ciò che resta di quell'albero leggendario. Il paesaggio è incantevole. 




Le odierne e nuove Sacerdotesse della Dea hanno costruito in questo luogo un vero e proprio impero (e business). Questa è la Goddess House, un luogo dove vengono effettuati trattamenti olistici-energetici e dove le sacerdotesse tengono workshop e seminari. 


Goddess House


Qui invece è dove ogni anni si svolge la Goddess Conference, un evento che dura sempre qualche giorno nel periodo dei primi di Agosto.


Goddess Hall

Entrare qui, nella Glastonbury Experience, passando sulla High Street, è come entrare a Diagon Halley di Harry Potter: ci sono negozietti di erbe per incensi (bellissimo Starchild), di cristalli, di oggetti vari e c'è anche un bar (piuttosto caro) e il negozio del Goddess Temple (Goddess Temple Gift), mentre il tempio è sopra la scaletta che si trova sulla piazzetta. Quando sono arrivata ho incontrato Kathy Jones, la fondatrice (non da sola) di tutto questo. L'avevo incontrata ad un suo workshop qui in Italia, e si è ricordata di avermi già vista. Che memoria! Io invece sono come Dori del cartoon Nemo: ho la memoria di un pesce rosso per la gran parte delle cose. Ad ogni modo, entrare al Tempio (ogni giorno) si è rivelato un profondo momento di pace, meditazione e serenità tutto per me. C'è una buona energia li dentro, musica dolce, ed è stupendo il cerchio delle nove morgane e il nuovo quadro della Dea sull'altare principale perenne. 





Goddess Temple




Glastonbury é' pieno di negozietti singolari, di gente molto hippie, di turismo, ma dopo le nove sembra che sia passato il Dagda ad addormentare tutti con la sua arpa. La prima sera non lo sapevamo, siamo usciti tardi per cercare un ristorante, e siamo rientrati al B&B a pancia vuota. Siamo saliti al Tor ogni giorno al mattino presto (il momento più bello) e al tramonto.


La piazzetta centrale


Eravamo ospiti di una signora fantastica. Il suo nome era Felicity, e la sera del digiuno forzato ha voluto cucinare per noi. Abbiamo provato a pagargli la cena, ma non c'è stato verso. Si è dimostrata una persona molto dolce e gentile. Ci ha dato una camera deliziosa, con tutti i confort (pure il bidet) e la sua casa era molto accogliente, piena di strane ma bellissime statue adeguatamente illuminate, come in una mostra. I suoi due cani ti vengono subito a fare le feste e lei è molto premurosa. Nel suo "Chindit House" sono stata benissimo, anche se ci ha un po' preoccupato quando siamo arrivati: si era dimenticata della nostra prenotazione. Ma si è scusata in tutti i modi possibili. La notte c'era molto silenzio, ed ho fatto delle dormite fantastiche. La mattina ci preparava una colazione incredibile: pane tostato, burro, marmellate, cornetti (buonissimi e caldi caldi), granole, yogurt, frutta, tè o caffè (quello superallungato che bevono loro: io non prendo caffè nemmeno a casa, ma il Lupacchiotto si è adattato subito). In più la sua casa/B&B si trova a due passi dalla High Street, la strada dello shopping di Glastonbury e del Goddess Temple. Ha un bel giardino, con un albero di gelso enorme e, ovviamente, con un paio di alberelli di mele.





Ovviamente ho voluto portare un po' di Avalon anche a casa, oltre ad un regalino per un'amica (ma qui non c'é): 2 barattolini di favolose erbe per incensi prese da Starchild, un sacchettino di erbe per incenso e la ruota annuale della Dea presi al Goddess Temple, una statuina della Dea della Terra in opalina presa ad un negozietto di cristalli di Glastonbury di cui non ricordo il nome, con un venditore/proprietario che sembrava Babbo Natale e che mi disse "tu sei la Dea!" (credo volesse rimorchiarmi), un quaderno bellissimo col drago preso ad Avebury, un mazzo di tarocchi "Wisdom of Avalon" comprato al Goddess Temple Gift e, un altro, "Stairstream Oracle" preso a Tintagel (che ha bei disegni ma come oracolo è un pochino superficiale, almeno per me, magari più avanti invece lo apprezzerò). Premetto che non predico il futuro. Uso a volte le carte solo per un consiglio dall'Universo.  Il Lupacchiotto invece ha riportato i soliti biscottini al burro di cui va pazzo. 





- Foto di Niviane©

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giovedì 18 giugno 2020

Maria e altre riflessioni

 

"The Nectar of Life" di Rassouli


Oggj mi permetto una breve riflessione quasi religiosa. Senza scomodare studiosi come Gimbutas, Mellaart, oltre a filosofi, psicologi, ecc... o teologhe femministe come Mary Daly, direi che potrebbe essere utile pensare al divino anche come ad una Madre perché, anche se liberiamo il termine Dio da una interpretazione di genere, tale parola nel nostro inconscio e senza che ce ne accorgiamo continua a richiamare i valori del patriarcato così profondamente radicati nella società e quindi da cui siamo tutti condizionati, anche se questo però non deve diventare una forma di ostilità verso l'aspetto maschile. Dobbiamo poi arrivare ad essere in grado di percepire Dio per ciò che è: una forza al di là di ogni genere e della nostra comprensione. Anche all’inizio della Bibbia, nella Genesi, Dio parla di Sé al plurale, come fosse una moltitudine, e creò l’uomo “a sua immagine e somiglianza, e li fece maschio e femmina”. Quindi il termine uomo è una indicazione di “specie”, non significa maschio ma essere umano. Se poi guardiamo alla creazione, Dio creò vita sempre più ricca di anima, sempre più complessa e perfetta, fino che, quando creò l’essere umano, nel mito di Adamo ed Eva, l’ultima ad essere creata fu la donna, prendendo la materia da Adamo così come ogni cosa fu creata da qualcosa già fatto prima: la Terra. La donna è l’essere umano perfezionato. 

In fondo, a denti stretti, lo dicono anche loro. Innanzitutto affermano che “la Chiesa è Madre”, e poi:
-"Anche noi che siamo qui, abbiamo gli stessi sentimenti; noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre." (Giovanni Paolo I, pontefice, all'Angelus del 10/09/1978)
-"La Bibbia è ricca di riferimenti a un Dio dalle caratteristiche materne: la Sua tenerezza, i verbi usati per predicare il Suo amore, i membri coinvolti nel suo agire (tra cui le viscere di misericordia), rivelano una natura tradizionalmente considerata materna: «Io sono tranquillo e sereno, come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia» (Salmo 131,2) [...] «Dio disse: facciamo l’uomo» (Genesi 1,26). Facciamo e non: faccio. Usò una prima persona plurale per rivelare Sé stesso come padre e madre della creatura, unica e sessuata, allo stesso tempo. Una metafora, ma anche un’essenza divina che incarna e trascende la distinzione umana dei sessi. Trascende la paternità e la maternità umane, pur essendone l’origine e l’immagine" (da un articolo de l'Avvenire del 10/11/2017)
-“E’ tanta la vicinanza che Dio si presenta qui come una mamma, come una mamma che dialoga con il suo bambino: una mamma quando canta la ninna nanna al bambino e prende la voce del bambino e si fa piccola come il bambino e parla con il tono del bambino al punto di fare il ridicolo se uno non capisse cosa c’è lì di grande: ‘Non temere, vermiciattolo di Giacobbe’. Ma, quante volte una mamma dice queste cose al bambino mentre lo carezza, eh? Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova… ti farò grande… E lo carezza, e lo fa più vicino a lei. E Dio fa così. E’ la tenerezza di Dio. E’ tanto vicino a noi che si esprime con questa tenerezza: la tenerezza di una mamma”. (Papa Francesco, nella messa mattutina a Santa Marta, frase riportata sulla rivista on-line SanFrancesco)
-"L’orante intuisce che gli stessi archetipi universali dell’amore, quelli paterni e materni, sono superati dall’amore infinito di Dio. Infatti, non si dichiara semplicemente la paternità o la maternità di Dio, ma si proclama la superiorità divina rispetto a questi due legami fondamentali." (Card. Gianfranco Ravasi, biblista, sulla rivista Tertium Millennium, febbraio 1999)
-"Anche se rare, le immagini dell’Antico Testamento in cui Dio si paragona ad una madre sono estremamente significative. [...] L’atteggiamento divino verso Israele si manifesta così anche con tratti materni, che ne esprimono la tenerezza e la condiscendenza." (Giovanni Paolo II, udienza del 20 Gennaio 1999)
- "Il termine biblico compassione richiama le viscere materne: la madre infatti prova una reazione tutta sua di fronte al dolore dei figli. Così ci ama Dio, dice la scrittura. E qual'è il frutto di questo amore, di questa misericordia? È la vita". (da "Il Vangelo di Papa Francesco" edito dalla Newton Compton Ed.)
- "La Chiesa è femminile, è madre, e quando viene a mancare questo tratto identitario diviene un'associazione di beneficenza o una squadra di calcio [...] (quando) è una Chiesa maschile diventa una Chiesa di zitelli  incapaci di amore, incapaci di fecondità" (da un articolo dell'Avvenire del 21/5/2018, che riporta le parole di Papa Francesco durante la messa mattutina a Santa Marta). 
- Aggiornamento nel 2022: "(Dio risponde a Mosè che gli chiede il suo nome è Dio risponde JHWH Elohim El Rachum dove rachum significa misericorda) Nessun altro nome è più rivelativo di questo: in Dio c'è un sentire, un vedere, un operare determinato da questo impulso viscerale, intimo, da questo fremito d'amore che si esprime in compassione e tenerezza. E come un sentimento femminile, materno, che nasce dell'utero (rachem), dalle viscere (rachamin) di una madre per rivelarsi al proprio figlio. [...] E bellissimo vedere come nel nome di Dio c'è tutta l'umanità, la componente femminile e maschile" “[…]Respirare la stessa identità di Dio. Allora è belllissimo poterci riconoscere: assomigliare a nostro Padre, a nostra Madre” (da "Buongiorno brava gente" di frate Enzo Fortunato)

Ovviamente, come accennavo, parlare di Madre non deve diventare il pretesto per un nuovo dominio, ma, questa volta, al femminile. Fino che guarderemo al mondo con lo sguardo del dominatore, nulla potrà mai cambiare veramente e questa società umana non potrà mai evolversi. Personalmente, non voglio né il dominio dell'uomo né quello della donna su di me. 

Negli studi di "Avalon" vengono trattati e appresi arcaici, mitologici e leggendari archetipi dagli aspetti divini usati dagli antichi popoli per descrivere le energie naturali ed enfatizzarne la sacralità, ma nel mondo moderno regna Maria la "Stella Maris", ovvero luce vitale e mare primordiale della vita, e suo figlio divino Gesù Cristo. Secondo Igor Sibaldi, dal suo libro "disubbidienza" il nome Maria viene da termini ebraici che significano "la disubbidiente". Maria è la figura attraverso cui l'Anima Femminile del mondo schiacciata dal patriarcato monoteista è tornata secoli fa nel cuore degli uomini nella parte di mondo in cui vivo. Il suo dogma fu introdotto nel 381 dalla Santa Chiesa perchè il popolo faticava a staccarsi da una figura femminile materna, fertile e protettiva. I suoi piedi affondano nella terra dove controlla le forze ctonie (il serpente sotto i suoi piedi) e tiene a bada le forze del male, la sua figura si erge eretta fino al cielo, talvolta poggiata sulla mezza luna, dalle sue mani esce luce vitale e taumaturgica (vedi la Madonna della Medaglia Miracolosa, Immacolata Concezione) e, come Arianrhod, la sua testa è circondata da una corona di stelle, mentre tra le braccia sorregge un bambino solare, che rappresenta la luce dell'amore e della saggezza posta nel mondo. Lei è la "Madre di Dio", nata da una donna (Anna, nome derivato da quello di antiche dee come Ana, Aine, Diana (dia-ana), Anna Perenna, Anna Pourna, ecc., e che significa "elevata") in modo divino, senza intervento di un uomo, poichè Maria è la Madre incarnata che genererà il Dio in terra. Anche lui, incarnato nel ventre di Maria, come nelle  storie antiche, viene nascosto alla nascita e poi si sacrificherà per il bene dell'umanità, ma in questo caso non nella mietitura del grano (per nutrire l'uomo), ma con la sua incarnazione umana, per nutrire e salvare l'anima dell'uomo. Anche riguardo Gesù, vediamo che il Dio nasce solo se c'è la Dea a generarlo. Essa è apparsa nelle grotte, nelle fonti ... vi dice niente? La gente comune, disinteressata ai tortuosi pensieri dei clericali e ai loro tomi,  non sa nulla del "dogma" che la riguarda, io per prima, e per questo Essa è venerata in quei luoghi sacri di natura, e nelle chiese proprio come le antiche dee, anzi, è la figura più venerata al mondo, con migliaia di epiteti diversi: è la nuova Iside con un nuovo nome, è la Grande Madre dei nostri tempi. A lei vengono donati ex-voto proprio come un tempo venivano portati doni votivi al tempio di Sulis, di Diana, di Brighit (quest'ultima ritenuta la Maria dei gaeli) e di tante altre Dee arcaiche, e la si celebra ad Agosto proprio quando un tempo veniva celebrata la festa di Diana con fuochi propiziatori. Lei riassume, illumina e innalza tutte le antiche dee nella sua persona. Numerose sono le similitudini tra Iside, la Dea dei mille nomi, e Maria, anche nelle rappresentazioni, in particolare quella della madre che allatta il figlio, e molte Madonne Nere sono un retaggio di questo. Oggi, l'Anima Femminile, tramite Maria, è rappresentata oggettivamente intorno a me, in cima alle montagne, nelle "edicole" lungo i sentieri o nelle strade, nei santuari immensi a lei dedicati, e anche a Chalice Well e, tra altre immagini, nella Fonte Bianca di Glastonbury. Nel dogma è considerata solo una donna, ma non è come donna che è venerata in realtà nel cuore di chi va a Lourdes o a Fatima: essa è considerata la Madre Divina. Personalmente l'ho sempre percepita potente, immensa, taumaturgica e luminosa. Anche l'Anima Femminile divina del mondo nel tempo si trasforma e si perpetua, e quello di Maria è il volto che la Madre ha assunto con il cambiamento dei tempi, che spesso è molto meno indotto dall'uomo di quanto si pensi. Lei è Modron (la Madre) dei nostri giorni e Gesù è il Mabon up Modron (il Figlio della Madre). Vi sono molte sue rappresentazioni che esprimono dolcezza e potenza, talvolta con una sfrarzosa corona in capo ad indicare la Grande Regina. Quella dell'Immacolata Concezione è Madonna della Medaglia Miracolosa è la mia preferita. Erroneamente si è pensato che i termini "immacolata" o "vergine" le fossero attribuiti nel senso di "mai stata con un uomo", ma in realtà stanno ad indicare "colei che non è mai stata toccata dal male", quindi nata senza quello che nell'ambito cattolico è definito "peccato originale", ovvero l'atto di Eva di mangiare il frutto dell'albero proibito (un melo, guarda caso!). In realtà, anche nelle leggende celtiche mangiare i frutti di certi alberi o bere da certe fonti poteva scatenare terribili tempeste. I tabù sono sempre esistiti in ogni cultura. Verrebbe da chiedersi perchè Maria non era marchiata da tale peccato e la risposta è semplice: perchè è la Grande Dea, al di sopra e prima di tutte le cose, venuta al mondo in forma umana per portarci il figlio sacrificale che avrebbe redento il mondo. In alcune immagini lei è alta, inmmensa, in piedi con il mantello allargato e sotto di esso tutti gli esseri umani trovano rifugio. Spesso stringe tra le mani il suo simbolo, la "corona" del rosario, e talvolta ha il cuore infilzato con la spada e le lacrime sul viso, che indicano il dolore non solo per la morte del figlio, ma anche per il male e la violenza tra gli uomini nel mondo. Il suo santuario più famoso in Italia è quello di Loreto dove ella è rappresentata di pelle nera, con Gesù bambino che tiene in mano il globo (la terra - il mondo), entrambi col capo coronato e dentro una veste dalmatica tempestata di gemme e molto simbolica, nella quale essi sembrano fusi in un'unica entità.

"E un grande segno apparve nel cielo: una donna (n.b. incinta) rivestita di sole, la luna stava sotto i suoi piedi e intorno al suo capo una corona di dodici stelle" (dal Libro dell'Apocalisse - La Sacra Bibbia)

"(n.b. Viviane a Morgaine) Quando preghi Maria, la Madre di Gesù, preghi anche, senza saperlo, la Grande Madre in una delle sue molteplici forme" (da "Le Nebbie di Avalon" di M.Z.Bradley, vers. integr.)


Img. dal web (Pinterest.com)


Le seguenti due immagini da me scattate sono le pagine di un libriccino turistico sul paesino fortificato di Vico nel Lazio. Come possiamo ben leggere, la Madonna viene associata all'antica Iside, il suo nome alla Madre della Vita e del Mondo, all'origine del tutto, e il suo culto, nato non a caso nella Efeso dove si trovavano i resti del più importante arcaico tempio a Diana Efesina, e certe volte in tradizioni locali ricalca i rituali di antiche sacerdotesse di Iside. Li riporto come esempio di come il suo culto, a livello locale, ha numerose caratteristiche, una per ogni antica Dea del passato e per ogni arcaica tradizione. 





Non c'è alcun attrito tra il passato, Avalon, e il sentire spirituale del presente. Avalon è la Terra della Gioia, ovvero l'Altromondo paradisiaco dove vanno i beati, i coraggiosi, ma anche, come insegna il Vangelo, gli umili. È questa la grande novità portata dal Mabon nella sua "incarnazione" nella veste di Cristo. Umile non significa umiliato, bensì colui/lei che riconosce sè stesso/a e il proprio valore, capacità e talenti, ma li vive con semplice gioia e facendo sempre il meglio che può; egli/ella allo stesso tempo sa di essere un granello di sabbia nell'immensità, figlio/a di questa Terra che è figlia di un Sistema Solare figlio di una Galassia figlia dell'Universo Infinito, parte a sua volta di chissà quali altri mondi. Quindi l'umile sa di essere anche, di conseguenza, figlio/a dell'immenso tutto, una goccia nel mare, ma ogni goccia conta qualcosa. L'umile non si pone al di sopra degli altri esseri umani, né sotto, e nemmeno al di sopra di tutti gli esseri viventi  Rispetta sè stesso/a, gli altri, la natura, il creato, esprime gentilezza, gratitudine, benevolenza del cuore e rispetto. È LIBERO: libero dalle paure, dall'odio, dalla vendetta, dal giudicare, dall'invidia, dalla gelosia, dalla ricerca di vanagloria, dalla violenza, dai pensieri oscuri, dalle rigidità personali forgiate dai convincimenti, dal bisogno di dominare e sopraffare, tutte cose che fanno male a tanti ma anche a chi è preso da certi sentimenti negativi. Essendo libero, è anche più gioioso ed empatico. Anche molti neo-druidi parlano di questa attitudine alla gentilezza e alla benevolenza priva del senso di superiorità, e di questa armonia con la natura e le sue creature. Fra i cristiani, fu San Francesco a rompere l'ostilità verso la natura, concepita dalla Chiesa di quel tempo come diabolica, e riconoscere in essa Fratello Sole, Sorella Luna, Madre Terra con le sue creature, tutte nostri fratelli e sorelle, compresi gli elementi: frate foco, ecc... .
Non mi dilungherò quindi in considerazioni teologiche di cui non so nulla, ma vorrei fare una riflessione. Dalle frasi che ho sopra riportato si evince la tendenza a percepire Dio come trascendente il genere, quindi, nè Madre nè Padre ma, al contempo, entrambe le cose, al di fuori del patriarcato e ovviamente anche del matriarcato. Dio è quindi l'indefinibile, il mistero insondabile, la fonte primordiale, il principio primo di ogni cosa, e ogni cosa ne porta il soffio vitale. Anche i neo-druidi rappresentano Dio con l'OIW, una forza celeste indefinita, e con il simbolo di un cerchio da cui si dirama la trinità, che nei simboli celtici è spesso rappresentata anche da tre spirali unite (il triskell). Tre forze: due opposte, come il maschile e il femminile, e la terza che le unisce, come ad esempio l'amore, causa dell'evento di creazione e accadimento. Anche gli dei venivano anticamente ritenuti animati da una triplice forza, e così pure Dio dei nostri giorni è considerato un trinità: il Padre, il Figlio (l'accadimento), e lo Spirito Santo anche definito, in teologia, la Sophia (sapienza divina). Da Wikipedia: "Sophia è la componente femminile di Dio e coincide con lo Spirito Santo della Trinità. Ella è sorella e sposa di Cristo, poichè come Cristo anch'Ella viene da Dio". Ciò sta ad indicare che Dio, per emanare la Sophia, ha in sè anche la Madre, ed È anche la Madre. Pensandoci bene, la parola italiana per citare l'Eterno, ovvero il termine Dio, non è così male: il suo suono evoca le parole "di-io" e quindi ci rammenta che noi e tutto ciò che esiste siamo animati dalla scintilla divina del soffio vitale, che tutto è sacro e divino, e quindi tutto deve essere rispettato. 
La festa del Santo che ci ha ricordato l'armonia con il creato, amatissimo nel mondo, è il 4 Novembre, Festa di San Francesco d'Assisi. 
Le feste dedicate a Maria sono molte, ma nel calendario spiccano soprattutto il 1 Gennaio, Maria Madre di Dio, il 2 Agosto Maria Regina degli Angeli, il 15 Agosto Assunzione di Maria, l'8 Dicembre Immacolata Concezione, in più le è dedicato tutto il mese di Maggio, con varie feste, fra cui l'8 Maggio, Maria del Rosario di Pompei, quando si festeggia, non a caso, anche la Festa della Mamma, e infine il 7-8 Settembre, quando è celebrata la natività di Maria, che ha portato al culto, abbastanza diffuso, dedicato alla Vergine Bambina, e il 12 Settembre in cui è venerato il Nome di Maria.
Le più celebrate invece, dedicate a Cristo, sono la Natività (25 Dicembre), il Battesimo (9 Gennaio, dopo l'Epifania), la Candelora o Presentazione di Gesù al Tempio (2 Febbraio), le Ceneri, come atto "penitenziale" ovvero di umiltà e riconoscimento dei propri errori con una sorta di nuovo "battesimo" tramite la cenere (il mercoledì della settima settimana prima di Pasqua), la morte e resurrezione ovvero la Pasqua (la prima domenica concomitante o seguente la prima Luna Piena dopo l'equinozio di primavera), la Pentecoste o effusione del Santo Spirito di Cristo (50 giorni dopo Pasqua), e infine la Resurrezione dei Santi e dei Morti con le celebrazioni tra la notte del 31 Ottobre fino al 2 Novembre. 
Spesso alcune feste collimano con quelle della Ruota dell'anno, poichè sono nate come una fenice sulle ceneri di antiche feste pagane, e a seconda dei luoghi sono celebrate con azioni rituali al di fuori di quelle liturgiche e che nascono da tradizioni rituali del passato, e che spesso riguardano cucinare un tipo di cibo, fiere, sagre, o azioni di vario genere come ad esempio processioni in determinati luoghi. Per fare un esempio, la Cenerina era una sorta di scampagnata rituale alle pendici del Vesuvio il giorno delle Ceneri, mentre le Ossa dei Morti sono un dolcetto preparato un pò ovunque per le celebrazioni dei defunti a Novembre. 
Ci sono chiese che un tempo erano templi, e la divinità del tempio è diventata la santa della chiesa relativa. E', ad esempio, il caso di Brigid, dea e santa che a Kildare è venerata sempre nello stesso tempio, divenuto chiesa, dove ancora oggi c'è il recinto in pietra dove era acceso il sacro fuoco prima ritenuto della Dea e poi dedicato alla Santa. Più in piccolo invece, a Broceliande in Bretagna c'è la chiesetta di Tréhorenteuc dedicata a Sainte Onenne, che è stata, si dice, una delle ultime sacerdotesse antiche. E' detta anche la "Chiesa del Graal", e c'è Morgana rappresentata in una delle tavole della Via Crucis ( qui ).

Avalon è l'Altromondo luminoso, e no, non c'è alcun attrito oggi tra chi lo chiama Terra della Gioia e chi lo definisce Paradiso Celeste. I suoi archetipi che descrivono e spiegano la natura e i suoi cicli non cozzano con la fede in Maria, che racchiude tutto il sacro femminile di ogni tempo, con suo figlio il Salvatore che si sacrifica per l'uomo (un tempo il sacrificio del "Mabonograin" era nella mietitura del grano, e oggi mangiamo il pane/ostia come simbolo del corpo di Cristo) e con la fede nell'esistenza dell'indefinibile, inafferrabile, inspiegabile mistero che è Dio Padre e..... MADRE. I tempi cambiano, anche la spiritualità si evolve, e il divino si presenta con un volto che è più consono ai tempi. Noi abbiamo meno merito in questo di quanto pensiamo, il divino è potente, non ha bisogno del nostro intervento. Oggi, la Madre Maria e il Figlio Yesua (Gesù), ci insegnano l'Amore, cosa che infastidisce i malpensanti, le malelingue, gli "io io io", gli arroganti, i violenti, gli autarchi, i prepotenti, i giudicanti, e tutti coloro che vogliono ergersi in un modo o nell'altro, se non ad ogni costo, al di sopra degli altri.  Consiglio una lettura: "Il Vangelo di Papa Francesco" che contiene il testo dei Vangeli integralmente ma con i commenti e le riflessioni di J. Bergoglio, il Papa migliore di ogni tempo. 

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- Immagine "The Nectar of Life" di Rassouli
- Immagine della "Madonna" : dal web, Pinterest.com

Note bibliografiche:
- "Il linguaggio della Dea" di Marija Gimbutas, Ed. Venexia
- "La disobbedienza" di Igor Sibaldi, Ed. Anima Edizioni
- "Le Nebbie di Avalon" di Marion Zimmer Bradley, versione integrale, Ed. Harper Collins
- "La Bibbia di Gerusalemme" , approvata CEI, Ed. EDB-Edizioni Dehoniane Bologna
- "Il Vangelo di Papa Francesco" Ed. Newton Comptin Editore. 
- "Buongiorno brava gente" di Enzo Fortunato, Ed. Mondadori

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Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice