sabato 4 luglio 2020

Cailleach

 
"Cailleach" di Mairin Tay-Caya


Inverno è il tempo della Cailleach Bheur/Beira, "la velata, regina dell'inverno" e madre degli dei. Il suo respiro è il vento del nord, il suo mantello è fatto di trine di ghiaccio, il suo bastone fa cadere massi e valanghe, e quando Ella lava il mantello nel mare per tre giorni, si alzano onde in tempesta, che tuonano sbattendo sulle rocce, e quel tuono si sente per chilometri nell'entroterra, mentre il mantello diventa così bianco che copre tutto di neve. Lei è la vecchia, la civetta, la strega.  
È la Signora del Gelo. Una antica leggenda scozzese, rinarrata dai Matthews, ci racconta che Ella esisteva prima ancora della Terra, forgiata da Lei e dalle sue Sorelle, le quali però piano piano si spensero e la Cailleach restò sola. Così essa rapì Bride, ma la fanciulla, dopo averne scoperto il nome (Nic Neven) e aver sigillato con una stella a tre punte fatta di giunchi (il più antico modello di "Cross Bride") la Fonte della Giovinezza alla quale la Cailleach si dissetava, la convinse a ballare un allegro motivetto, dicendole che poi, appena stanche, a turno si sarebbero riposate. La prima fu proprio Bride: la Cailleach la addormentò con un ramo di betulla (pianta di Brighid e della luce) e poi, quando fu stanca, risoffiandole la vita, la risvegliò. Quindi toccò alla Cailleach "dormire", ma Bride non la risvegliò mai, andò a togliere il sigillo dalla Fonte liberando le acque, e nel mondo tornò la primavera, mentre la Cailleach divenne pietra. Bride non è altro che il volto fanciulla della Cailleach, la Dea rigenerata dal lungo sonno che risveglia la terra, portando fertilità. In Irlanda la Cailleach è anche definita "Black Annis", dove Ana/Aine invece è una Dea della fertilità molto antica che in seguito è stata equiparata a Brighid. Cailleach è LA Dea celtica della creazione, anche tutti gli Dei nascono da lei e così il mondo. Il giorno di Bride (1 febbraio), Cailleach fa uscire il sole per procurarsi legna, che va a prendere in forma di uccello portandola col becco, in modo da poter far perdurare l'inverno, quindi se è brutto tempo, paradossalmente significa che ormai Ella dorme e che il freddo presto finirà. Sono molti i luoghi in Irlanda e Scozia che portano il suo nome. Il suo sito sacro più rinomato, è una preistorica costruzione in pietra chiamata Tigh na Cailleach: 


Tigh na Cailleach


ha la forma di una capanna con dentro delle pietre che rappresentano la Cailleach con consorte e figli, che vengono (tutt'oggi) messi fuori dalla "capanna" in estate e rimessi dentro in inverno. Lei ha generato la Terra, ha innalzato montagne facendo rotolare le rocce dal suo grembo e liberato le acque chiuse nel loro ventre, ha spianato pianure, ha modellato le coste con la forza del mare, e nella Terra stessa Essa esiste, come Gea/Gaia, Dea primordiale della Terra, e nei suoi aspetti luminosi e fertili è Bride, Ana/Aine ( associabile ad Anna Perenna e Anna Pourna).
Lei è la bianca mano gelida dell'inverno ma creatrice e protettrice del germe di vita, perché per i celti era nel buio più profondo che nasceva il nuovo giorno, il nuovo anno, la vita, il mondo e gli dei, mentre nel periodo più luminoso e caldo, la vita dava i suoi frutti. Cailleach, velata di nebbia, di neve, di nubi bianche o tempestose, è la saggia che da forma alla creazione e disegna il futuro. Il suo nome è la "parola" attraverso cui alcuni popoli antichi definivano certe "immense" qualità della Grande Energia, e che evidentemente erano percepite come "femminili", mutevoli e rappresentative del necessario cambio delle stagioni e dei loro aspetti di luce o di buio, di caldo o di gelo, di natura che riposa o che invece produce, di brezza leggera estiva o di fredda tempesta, di creazione e distruzione, di prati verdi o innevati: tutto è necessario alla vita. 


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- Immagine in alto: "Cailleach di Mairin Tay-Caya
. Immagine della Tigh na Cailleach era sulla ricerca di Google e non ne conosco l'autore

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giovedì 2 luglio 2020

Kerridwen

Img. da Pinterest.com

La “Ystoria Taliesin” narra che ai tempi di Artù, nel Penllyd, Cerridewn/Kerridwen e il marito, Tegid Voeland, avevano due figli bellissimi (un maschio e una femmina), e un terzo figlio bruttino di nome Avgadd. La madre, non potendo renderlo più bello, voleva renderlo saggio e uomo di grande conoscenza, e così nella sua grotta iniziò a preparare una pozione di erbe. Dato che andava rimestata di continuo mise un giovane ragazzo, Gwyon Bach, a svolgere questo compito mentre lei andava in giro per i boschi e i prati a cercare le erbe. La pozione doveva bollire un anno e un giorno, e solo tre gocce avrebbero dato ad Avgadd la conoscenza, mentre tutto il resto della pozione era solo veleno. Quando il tempo fu finito e la pozione era quasi pronta, le tre gocce bollenti schizzarono sul dito di Gwyon che, sentendo bruciare, se lo portò alla bocca e lo leccò. Da quel momento tutta la saggezza e la conoscenza del mondo fu improvvisamente sua. Quando Kerridwen lo scoprì voleva punirlo ma il ragazzo, trasformandosi in una lepre, fuggì. Allora lei lo inseguì in forma di levriero e lui mutò in un pesce, quindi lei divenne una lontra, e lui un uccello, così lei si trasformò in un falco per cacciarlo e lui in chicco di grano in mezzo al granaio. A questo punto Kerridwen diventò gallina e si mangiò il grano. Quel "seme di grano", simbolo della materializzazione della forza solare sulla terra, finito nel suo grembo, crebbe e dopo nove mesi Kerridwen partorì un bambino: si trattava di Taliesin, che divenne il più saggio e potente bardo di tutti i tempi. La particolarità delle storie celtiche è che non si capisce mai se sono totalmente inventate o se invece si tratta di personaggi realmente vissuti e mitizzati. Questo racconto narra di una storia iniziatica a partire dalla grotta (ventre della Dea, della natura, luogo dell'inconscio), passando attraverso la natura e i suoi quattro elementi (terra, acqua, aria, fuoco), per poi tornare in quel ventre (simbolo del proprio ventre, della propria interiorità, ma anche della Terra stessa) a crescere e rinascere con una consapevolezza evoluta di se e del mondo. Kerridwen è l'archetipo di antiche energie terrene presenti fin dalla notte dei tempi, quindi della Terra stessa che crea vita e tesse le sue leggi nei profondi, bui e fecondi anfratti sotterranei. Anziana quindi, ma non sterile. La Terra non è veramente sterile nemmeno quando in pieno inverno, nel suo sonno, lo sembra. Il tardo autunno e l’inverno sono il suo tempo, il tempo in cui il seme (il chicco di grano) resta celato nelle sue profondità (il ventre), protetto, nutrito, dormiente sotto la coltre ambrata e poi sotto la neve. Quel chicco di grano può essere anche il seme che abbiamo seminato nell’interiorità, ora dormiente ma pronto ad aprirsi e sbocciare non appena si presenta la situazione ottimale affinché avvenga. Il nome Kerridwen non ha una derivazione chiara. Ker può significare “porta”, o “corno”, o “adunco, storto, ricurvo” (da “cwrr”), o anche calderone (da “coire/cerru”), o “poema” (da “cerdd”). E’ certamente la Signora della Natura, identificata nella Terra stessa e nella sua naturale intrinseca saggezza. Il termine "Awen", con cui viene chiamato il calderone di Kerridwen, significa "ispirazione poetica" quindi indica le proprietà della grande saggezza, della ispirazione creativa e luce di conoscenza. Gli animali in cui Gwyon si trasforma sono simbolo di una sorta di viaggio iniziatico sciamanico nei quattro elementi, poichè essi sono rispettivamente legati all'acqua (il pesce), alla terra (la lontra), all'aria (l'uccello) e al Sole/fuoco (il chicco di grano), che non a caso è l'ultima sua trasformazione: il fuoco infatti è l'elemento trasformatore, in questo caso come luce della saggezza. 
Jhenah Telyndru ci indica, come luogo fisico di Kerridwen, il "Llyn Tegid" detto anche Bala Lake, che si trova in Snowdonia. Prende il nome da Toegid Foel, un principe che è citato nella Ystoria Taliesin come marito di Kerridwen. La considera signora del periodo del "confronto" in cui si svela ogni ombra celata nell'inconscio, e la associa alla Luna Calante, le cui energie favoriscono l'interiorizzazione, la visione e l'allontanamento di tutti quegli elementi mentali o materiali che pesano inutilmente sul nostro procedere nella consapevolezza e nella realizzazione dei nostri scopi. 


da Pinterest.com


- Le immagini sono prese da Pinterest.com ma non erano indicati gli autori. 

Note Bibliografiche:
- "Avalon Within" di Jhenah Telindru, Ed. Llewellyn Publications 

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