domenica 22 novembre 2020

Immram

"The Lady of Shalott" di John William Waterhouse


"Immram, al plurale Immramma, è tradotto come il Viaggio Celtico sulle Acque, inteso sia come navigazione in senso letterale che ancor più come viaggio mistico. Se a questo aggiungiamo che le Terre dei Beati o dell'Estate sono un'isola, quindi circondata dalle acque, il collegamento con Avalon viene piuttosto naturale. Nello specifico gli Immramma sono tecniche di viaggio che permettono di raggiungere proprio Avalon. Ovviamente prima di navigare occorre avere una barca con dei remi, conoscere la direzione e saper remare... ma non basta: bisogna anche esser capaci di sollevare le nebbie per non perdersi. 
Avalon è un'isola al cui centro c'è un'altura e vi si giunge, per l'appunto, dopo aver attraversato le nebbiose acque. Una volta giunti sulle rive dell'isola si è ad Avalon, ma questo è il punto di inizio del cammino, non l'arrivo.
Le nebbie sono l'inconsapevolezza, l'incapacità di vedere e percepire la trama e l'essenza delle cose, e solo in pochi casi questa nebbia è attraversata da raggi di luce.
Solitamente certi momenti di illuminazione avvengono nei sogni o in particolari momenti della vita quando meno ce lo aspettiamo, momenti che ci fanno sentire in perfetta armonia con quanto ci circonda. 
L'acquisizione delle consapevolezze che ci permettono di attraversare le nebbie è il primo passo, e la barca a remi con cui compiamo il viaggio è l'insieme degli strumenti usati così come sono consigliati dalla tradizione, solitamente tecniche di meditazione.... ma poi giunti sull'Isola si possono fare due scelte: o rimanere sotto i meli a crogiolarsi al sole, o iniziare la scalata della collina. 
Questo è il secondo importante momento del nostro viaggio. Per salire sulla collina serve una profonda armonia con la Dea Madre, che si erge sopra la collina così come nelle profondità del nostro essere. Tale percorso ho il suo termine con un vero e proprio rito iniziatico, ovvero nella manifestazione della Dea in noi. 
Alla fine c'è un'ultima terza tappa del viaggio, che consiste nel tornare nel mondo reale e applicare in esso la consapevolezza acquisita." (©Bringwenn - per Avalon Nemeton)

Questo brano cela in sè numerosi indizi su cosa sono gli Immramma e tracce su come si effettuano. Nella tradizione celtica sono numerose le leggende che narrano di viaggi per mare verso luoghi soprannaturali dove c'è sempre luce e cibo in abbondanza che nasce dalla terra senza sforzo ne lavoro. Ne è un esempio il viaggio di Bran mac Feabhail. Nella maggior parte degli Immrama del mito celtico, il viaggio è senza ritorno oppure sono in pochissimi a riuscirci, come nel disastroso viaggio di Artù nel Preiddeu Annwfn da cui tornarono solo in sette. Bran invece, dopo aver raggiunto la Terra delle Donne, provò a ritornare nel mondo ordinario, ma un suo compagno si incenerì non appena provò a mettere un piede a terra. 
Il significato di questo aspetto del mito è che il viaggio ci cambia, ci pone in contatto con aspetti più veri e profondi di sè da cui non si può tornare ad essere come prima. Quella parte falsa e condizionata di noi si dissolve, e possiamo tornare alla realtà quotidiana con la consapevolezza di sé.
Il viaggio però è anche quello che avviene nel sogno o in stato di trance, come nel caso degli Imbas Forosnai, un dono ottenibile con una tecnica praticata dagli antichi druidi capaci di veggenza (i cosiddetti fili) che dopo aver mangiato della carne di cinghiale, o di maiale o di cane, considerati tra i celti animali di comunicazione tra i mondi, ne mettevano un pò anche su una roccia e cantavano un'invocazione a divinità innominate, poi cantavano sui palmi delle mani per chiedere di non essere disturbati, dopodiché appoggiavano i palmi sulle guance e si appoggiavano sulla roccia in uno stato di trance e sonno, per raggiungere luoghi dello spirito in cui ricevere risposte e ispirazioni. Questo "viaggio" durava tre giorni, dopodiché, al risveglio, si poteva scoprire se la rivelazione era giunta. Tale descrizione è contenuta nel Sanas Cormac (Glossario di Cormac) che risale al X secolo. Questa tecnica avvicina profondamente i druidi al mondo sciamanico, rivelando radici dello sciamanesimo nordico nelle pratiche dei sacerdoti celti. 

Ovviamente NON c'è bisogno di ciancicare carne di animali (inutile atto superstizioso che danneggia esseri viventi) e farsi venire il mal di schiena dormendo appoggiati su una roccia. 
Qualsiasi buon metodo di visualizzazione (che serve a distaccarsi dal mondo ordinario) e poi di meditazione aiuta ad entrare con gli aspetti più profondi del Sé dove trovare le nostre verità e consapevolezze da applicare alla propria realtà.
L'Immram di Avalon, inteso come pratica di meditazione, può essere riassunto così: innanzitutto bisogna visualizzare la barca, poi vi si sale, si procede sul lago nella nebbia, si alzano le nebbie, si giunge sulla riva, si sbarca, si chiede al grande albero sacro di mele di poter passare, e si sale sulla collina. Arrivati in cima si siede su una pietra e qui inizia la vera meditazione dopo aver "cantato" una preghiera esprimendo quello che vorremmo conoscere, che può arrivare solo nel silenzio completo della mente, lasciando passare come nubi i pensieri che si affacciano in quel silenzio, e restando in osservazione e ascolto. Alla fine della meditazione la cui durata è personale, si ridiscende la collina e si riprende la barca, per tornare alla spiaggetta di partenza iniziale. 
Ovviamente questo è l'esempio di base, ma ognuno può meditare come vuole. 

Oltre al "viaggio meditativo" o a quello del sogno, ci sono altri due tipi di Immram: il viaggio spirituale e di consapevolezza compiuto in vari momenti della vita attraverso sentieri spirituali a noi affini, e il viaggio vero, fisico, o "pellegrinaggio" effettuato in luoghi sacri e speciali. 

La "manifestazione della Dea in noi" è una immagine simbolo che rappresenta il raggiungimento di quella consapevolezza di sè che ci permetterà di affrontare con verità la realtà quotidiana. 
La barca, nell'Immram, rappresenta simbolicamente il bagaglio di conoscenze acquisite tramite lo studio, mentre l'atto di aprire le nebbie indica la volontà di andare oltre la mente condizionata per poter ascoltare l'anima e superare l'antica perdita. La salita sulla collina è simbolo del percorso spirituale o iniziatico di conoscenza di sé e delle Antiche Armonie, poichè non c'è separazione tra noi e la realtà naturale nella quale viviamo. A mano a mano che acquisiamo consapevolezza di sé scopriamo un sempre maggior senso di armonia e unità con le forze naturali, con la vita e con la forza vitale insita nell'Universo dove tutto è parte della stessa tela.  
Anche la vita, a suo modo, è un lungo Immram. 

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- Immagine in alto, splendida opera pittorica di corrente "preraffaellita" di John William Waterhouse intitolata "The Lady of Shalott"

- La citazione iniziale è di Brinigwenn per l'Avalon Nemeton

© Luci di Avalon 2020 - Tutti i diritti sono riservati
Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice

sabato 26 settembre 2020

Le Nove Morgane e la Dama del Lago

"King Arthur and the Weeping Queens" di Dante Gabriel Rossetti


"Nove Albe adesso si destano dal sonno sotterraneo, parti della stessa Terra di Avalon esse sono primordiali.Qui esistono da prima del primigenio palpito, gigantesse alte quanto il Tor in potere e conoscenza, sagge come rocce bianche di cristallo e intrise come pozzi di acqua rossa e bianca; piccole e in moltitudine come i familiari corvi ti sbattono le ali proprio sopra le spalle mentre cammini fra i venti. Cigni argentei, bianche aquile, esseri di luce, di sfuggita si può notare quella brillantezza onirica mentre ci si fa strada tra i bagliori del Sole e la Terra dell'Estate. Sono una sorellanza di Guaritrici, la cui mentale grazia abbraccia la scienza delle stelle e la musicale armonia delle sfere, parte dell'altrove che esiste a noi tanto vicino. Sta proprio accanto qui, nelle Nebbie di Avalon,.... Nove Albe come Nove Morgane....Nove Albe che camminano sulla Terra, che camminano tra noi e ci tengono la mano....Nove Sorelle per una Morgana....Nove Sorelle per una Legge, Nove Morgane per la Dama del Lago, Nove Leggi per la Legge di Avalon" ( ©Brinigwenn per Avalon Nemeton)

"L'Isola delle Mele, che gli uomini chiamano The Fortunate Isle, prende il nome dal fatto che produce tutte le cose in sé, i campi lì non hanno bisogno degli aratri dei contadini e non ha altre coltivazioni se non quelle che la natura produce spontaneamente ovvero grano, uva e alberi di mele che crescono nei boschi dall'erba rasa. Il terreno produce tutto di sua spontanea volontà invece di limitarsi all'erba e le persone ci vivono per un centinaio di anni e più. Lì nove sorelle governano un insieme di leggi gradevoli per coloro che vengono ad Esse dal nostro paese. Colei che è la prima di loro è la più abile nella tecnica della guarigione, ed eccelle sulle sue sorelle per la sua bellezza. Morgen è il suo nome, e lei ha imparato tutte le proprietà utili che le erbe contengono, in modo da poter curare i corpi malati. Ella conosce anche l'arte di cambiare la sua forma e di fendere l'aria con nuove ali come Dedalo. Quando vuole lei è a Brest, a Chartre, o a Pavia, e scivola giù dal cielo sui vostri lidi. Gli uomini dicono che lei ha insegnato matematica alle sue sorelle, Moronoe, Mazoe, Gliten, Glitonea, Cliton, Tyronoe, Thiten, Thitis, meglio conosciuta per la sua cetra. Dopo la battaglia di Camlan abbiamo preso Arthur ferito, e guidati da Barinthus al quale le acque e le stelle del cielo erano ben noti, e con lui a governare la nave, arrivammo lì con il principe, e Morgen ci ricevette con onore. poi mise nella sua camera il Re su un letto d'oro, con la propria mano scoprì la sua onorevole ferita, e la esaminò per un lungo tempo. Alla fine disse che poteva rimetterlo in salute se egli fosse rimasto con lei per molto tempo e se lei avesse fatto uso della sua arte di guarigione. Con esultanza quindi le fu affidato il Re e ritornammo a spiegare le nostre vele ai venti favorevoli." (da "Vita Merlini" di Goffredo de Monmouth, tradotto imperfettamente da me - ©Niviane dalla traduzione inglese. L'originale è in latino).

Morgana non esisteva negli scritti arcaici, il primo a citarla fu Goffredo de Monmouth nel suo "Vita Merlini", in merito alla morte di Artù, che fu portato dai suoi uomini con l'aiuto del traghettatore  Barinthus (una sorta di Caronte celtico), all'Insula Pomorum, dove Morgana e le sue sorelle potevano riportarlo in vita. Esse erano nove dame sapienti, dedite alle cure miracolose e alla musica. Vi sono altre versioni del brano di Monmouth, in cui la suonatrice di cetra si chiama Thetis o Thiton, e i nomi con la iniziale G a volte sono trascritti con la C, forse a causa di una deformazione di pronuncia in inglese che vede la C per Gliten (pronuncia Claiten) e la G per Cliton (pronuncia Glaiton), o invece per una associazione con la Dea Cliodna, signora dell mare.
La tradizione celtica conta numerose sorellanze di nove donne: le nove Vergini che,  mantenendolo acceso con il loro tiepido respiro, vegliano il calderone di Annwfn (dal Priddeu Annwfn: è il calderone della rinascita fatto di scuri ornamenti e bianche perle sul bordo, sito in un altromondo sotterraneo, che non bolle la carne dei codardi), oppure le Nove Korrigan che la tradizione bretone vede guaritrici e custodi dei luoghi d'acqua, forse un residuato delle antiche druidesse, e le nove Streghe di Caer Lloyw (indentificato con Gloucester), parenti di Kigfa, la moglie del Pryderi, figlio di Rhiannon, e che entrano nelle vicende di Peredur, dapprima come devastatrici da combattere, e poi però, quando egli sconfigge la strega capo, diventano le sue benefiche istitutrici. 
Alcuni accomunano le Vergini del Calderone di Annwfn con le Nove Morgane (nome coniato in tempi moderni per distinguere dalle altre sorellanze le nove sorelle di cui fa parte Morgana) che comprendevano, poichè in antichi manoscritti è definita Signora dell'Annwn, e la tradizione vuole che Artù morente in effetti fu portato in un altromondo oltre i confini del mare per essere guarito da Morgana. 

Il nome Morgana probabilmente deriva da mor-righan, ("mor" sta per mare e altissimo, "righan" indica regina), quindi è una Grande Regina associata al mare. In Inghilterra i corvi che volano sul mare vengono anche chiamati "morgen" e una delle forme che Morgana e le sue sorelle assumono è proprio quella del corvo, il che ci conduce ad un'altra Dea, la irlandese Morrigan, signora della morte e rinascita, spesso quindi associata alla britannica Modron, ovvero "la Madre" signora del calderone di Annwfn. La leggenda vuole che la Morrigan con i suoi corvi recuperava le anime dei morti dai campi di battaglia, e che Gawain/Owain si presentò ad Artù, per sfidarlo a scacchi, seguito da una nuvola di "corvi" e le insegne di Modron. 
Morgana quindi è una figura più "moderna" per indicare la Grande Madre della morte e della rinascita, la signora della vita-morte-vita, sapiente che sa e vede tutto, detentrice del calderone della rigenerazione che poi divenne il calice della guarigione chiamato Graal.

Gli storici Blake e Lloyd, grandi conoscitori dei testi medioevali, nel loro libro "Le Chiavi di Avalon" danno alla storia di Re Artù una dimensione più reale spostando tutti gli eventi in zone diverse da quelle delle leggende. In merito alle Nine Morgens, essi le definiscono "figlie del Signore di Afallach" dove Afallach o Avallach è un piccolo regno del passato più arcaico che localizzano vicino alla zona del Lake District - Grandi Laghi che si affaccia sul Solway Firth. 
Un'altro storico, August Hunt, colloca anch'esso Avalon su quella fascia di mare che lambisce quella zona, tra il sud ovest della Scozia, il Vallo di Adriano e il nord del Galles. A seguito di una analisi linguistica, egli suppone che i nomi delle Nove Morgane derivino da personaggi leggendari femminili portati in quei luoghi da immigrati gaelici provenienti dall'Irlanda. Uno dei più arcaici nomi di Avalon potrebbe essere Emain Ablach che significa "fortezza delle mele" per stare ad indicare un luogo impenetrabile. 
Le associazioni che Hunt fa tra le Morgen e gli archetipi irlandesi sono le seguenti:
- Morgana sta per Morrigan, ma ne ho già parlato.
- Moronoe sta per Muirenn, la madre del valoroso guerriero e re dei Fianna, Fionn Mc Cumahil, la quale ha avuto il figlio da una relazione segreta e lo fece nascondere (di nuovo troviamo il principio del figlio solare e "prescelto" della Dea, che viene nascosto alla nascita), per proteggerlo dai parenti che volevano ucciderlo. Anche "muir" significa mare, ed è colei che custodisce e nasconde in segreto il nuovo sole e il germe di vita, come Modron nasconde Mabon up Modron "il Figlio della Grande Madre". Il nome Fionn è l'equivalente del gallese Gwynn, riferito a Gwynn up Nudd, che a Samhain raccoglie le anime dei morti e le accompagna nei regni ultraterreni sotterranei che egli governa. Nelle leggende di Glastonbury, credono che tale regno sia nelle profondità della collina del Tor.
- Mazoe sta per Macha, Dea cavallo, la quale maledisse i guerrieri dell'Ulster per averla costretta ad una competizione di corsa a piedi con uno dei loro uomini a cavallo. Lei vinse ma era incinta e al traguardo partorì con molto dolore, per cui proferì la maledizione che costringeva i guerrieri dell'Ulster a soffrire periodicamente le doglie del parto. Lei è la datrice di giustizia e associata alle divine Rhiannon ed Epona per gli aspetti equini.
- Gliten, Cliton/Gliton e Glitonea stanno per Cliodna, dea del mare, nei suoi tre aspetti di fanciulla, madre e anziana, una delle tante dee associate alle acque come Niamh, Rhiannon, Morrigan ecc.. E' una Tuatha De Dannan, una delle abitanti della magica isola delle donne custodita dal Dio Manannan Mc Lir. Innamorata di Chiaban dei guerrieri Fianna, tenta di fuggire con lui e va a vivere nella terraferma, ma un'onda scatenata da Manannan, la nona di una serie di onde, crea una marea che li travolge riportando la fanciulla divina sull'isola sacra e annegando il suo eroe. La nona onda viene sempre identificata come quella che oltrepassa l'orizzonte e porta nell'altromondo: anche la Dea Blodeuwedd viene descritta con dita bianche e lunghe come "la nona onda del mare" perchè essa emerge dall'altromondo. L'annegamento di Chiaban ci mostra l'unico modo per accedere alla Terra dell'Estate, ovvero non da vivi, e quindi solo così egli potrà ritrovare la sua bellissima amata. Cliodna è una dea dell'amore (come Niamh e Rhiannon), una incantatrice, una specie di Leanan Sidhe (le quali ispiravano e incantavano i poeti) che irretisce gli uomini tanto che finiscono per consumarsi in essa. L' "onda di Cliodna" è quella con cui accompagna il suo innamorato al suo regno nell'altromondo, e anche per questo scorgiamo similitudini con Niamh, che conduce Ossian nell'adilà a cavallo in un viaggio senza ritorno, Rhiannon che conduce Pwyll nel tumulo e Nimue che spedisce Merlino nell'altromondo perchè ella ne conosce il passaggio.0 Come Deirdre o Grainnè delle leggende irlandesi, anche Cliodna sceglie colui che vuole al suo fianco, e a cui dare la regalità per custodire il suo regno. La Dea non ammette imposizioni.
- Tyronoe sta per Tuireann/Uirne, sorella di Muirenn. Venne trasformata in cane dalla compagna del suo ex-marito. Quando lei tornò in forma umana, uccise sia quella donna che il marito, e sposò il suo salvatore. Lei è la verità che si cela dietro le apparenze. Il cane per i popoli celti era una guida per l'altromondo, e il suo equivalente è Nehalennia, rappresentata con un cane a fianco e una barca in mano, guida dei naviganti che vanno verso orizzonti lontani e sconosciuti.
- Thiten/Thitis e Thiton/Thetis stanno per Etain/Edain Eochaid dei Tuatha de Dannan. Anche lei venne trasformata in animale, in questo caso insetto, da una moglie gelosa, la moglie di Midir, che poi la soffiò via dal castello. Etain, in forma di mosca (per alcuni, in forma di farfalla), finì da Aengus, che la riconobbe ma non la rimandò da Midir essendo in conflitto con lui. Etain cadde nel bicchiere della moglie del capo dell'Ulster, che la bevve ma la ripartorì in forma umana. Erano passati più di mille anni e appena ne ebbe l'età, per la sua bellezza andò in sposa a Re Eochaid, Ard Rì d'Irlanda. Suo fratello Ailill (che in realtà era Midir) si invaghì di lei, e cercò di ordire un inganno per andarci a letto, ma Etain se ne accorse. Midir le disse che egli era stato suo marito molti anni prima, e le chiese di andare con lui, ma Etain non accettò perchè volle il permesso del marito. Alla fine Midir sfidò Re Eochaid ad un gioco in cui lei era la posta in palio, e vinse, ma per andarsene dal castello abbracciò Etain, i due si trasformano in cigni e volarono via insieme. Etain viene anche definita "Echraide" (colei che cavalca). E' una mutaforma, che da pozza diventa bruco, poi mosca e infine, per fuggire con il suo amato, diventa cigno, il cui collo, per la sua forma, viene associato all'arpa. E' il simbolo di purezza e amore, elegante di portamento, uccello d'acqua legato alla Dea Bianca. 
Tutti questo personaggi hanno in comune il mare, l'acqua, gli animali simboli di purezza, di guida e di sovranità, l'amore, il passaggio nell'altromondo, la bellezza che incanta l'eroe prescelto. Sugli stessi temi vertono anche i personaggi femminili dei Mabinogion, poichè le leggende gallesi sono state fortemente influenzate dalla tradizione gaelica. I talenti espressi dalle Nove Morgane, anche definite fate, rispecchiano quei personaggi femminili mitologici e in quanto donne dotate di conoscenza, magia e creatività, possiedono la visione, la profezia, il volo, la trasmutazione, l'arte musicale, il fascino dell'incantatrice, l'arte della tessitura, il potere sugli elementi,  l'arte artigianale e la conoscenza per fare pozioni risananti. 

Da notare che l'antica Dea greca dell'Altromondo, Ecate, era talvolta rappresentata con tre teste: quella del cane, del cavallo e del serpente. Questo non fa che confermare l'aspetto ultraterreno e legato a mondi impenetrabili dei personaggi femminili qui descritti e quindi anche delle Nine Morgens, poichè le influenze greche di divinità quali Demetra, Ecate, Persefone, Artemide ecc..., anche se in territori così lontani, non sono da escludere, dato che probabilmente c'era una radice comune nelle credenze di tutti i popoli. 

La Sacerdotessa del Goddess Temple di Glastonbury Kathy Jones, in mancanza di letteratura specifica sulle Nove Morgane, per sua stessa ammissione attribuisce loro in modo intuitivo e arbitrario (senza alcuna base documentale e storica) un ruolo nelle varie fasi della Ruota dell'Anno, e le considera primordiali sacerdotesse, ognuna delle quali è portatrice di una via specifica, di un colore, di un simbolo o di una legge di Avalon (vedi libro "Le Nove Morgen" di Kathy Jones)
Tentando di dare un volto alle Nine Morgens, e premettendo che solo lo scritto del Vita Merlini è l'unico documento valido da considerare poichè tutto il resto è solo il frutto di speculazioni storiche, filosofiche, linguistiche, simboliche ecc.., ho provato ad unire alcune associazioni della Jones con le ricerche di August Hunt e un pò di fantasia personale ed è uscito questo:
- Mazoe, il cavallo e la Signora Maldicente, (Macha, oppure Luned da "la Dama della Fonte" nei Mabionogion, ed Ecate) é la notte, vestita di nero o di viola scuro, coperta di foglie secche. E' anziana e severa. Sul suo cavallo, circondata da corvi e accompagnata dal cinghiale bianco, avvolta nel suo mantello di cielo notturno, essa nasconde la sua luce. E' il taglio col passato, l'abbandono di ciò che deve essere abbandonato, lo sradicamento delle emotività radicate e colei che accompagna nella discesa. Il suo periodo è Samhain, sacerdotessa di Kerridwen.  La sua Torre è a nord-ovest e la sua legge è la Giustizia. 
- Tyronoe, il cane (Tuireann, Nehalennia ed Ecate) è la guida nei mondi sotterranei. Veste di nubi grigie argento, vede e conosce tutte le cose. E' l'ululato dell lupo trai venti freddi che sferzano i boschi, è il respiro della terra e l'oracolo del futuro. Ci riconduce alla luce attraversando l'oscurità, il suo periodo è Yule, sacerdotessa di Cailleach. La sua Torre è a Nord, e la sua legge è la Verità ("conosci te stesso")
- Thiten/Thitis,  (Etain), è la rinascita nella purezza e la perfezione del cigno. La sua veste è di neve candida. Possiede la purezza dei pensieri, l'amore e l'ispirazione creativa. E' la mutaforma che trasforma se stessa in un battito d'ali e riemerge nella giovinezza immacolata. Il suo periodo é Imbolc, sacerdotessa di Brigit. La sua Torre è a nord-est e la sua legge è la Purezza Interiore.
- Gliton/Cliton la Fata del Mare (Cliodna, Niamh), vestita di erba verde smeraldo, è l'incontro con l'amato per danzare la vita. E' colei che sceglie chi è degno di accompagnarla. Soffia sui pollini che fecondano la natura, e alimenta la volontà di essere fedeli alle proprie intuizioni e alle proprie maree interiori. Il suo periodo è Ostara, sacerdotessa di Eostre e Blodeuwedd. La sua Torre è a est e la sua legge è il Libero Arbitrio.
- Thiten/Thetis, è Etain Echraide signora dei cavalli, (Rhiannon) signora dell'amore e di sovranità, che va in sposa al suo consorte conferendogli il diritto alla regalità. Nella sua veste fucsia coperta di rose, è la sensualità, la passione, l'amore fedele. E' quella forza che unisce gli opposti, che riequilibra, che mette fine ai conflitti interiori. Il suo periodo è Beltane, sacerdotessa di Rhiannon. La sua Torre è a sud-est e la sua legge è la Fedeltà
- Gliten, Signora delle Acque (Cliodna) la Regina dell'Estate.  La sua veste è sabbia d'oro decorata di conchiglie e anemoni di mare, i suoi capelli sono brillanti come i raggi del sole che attraversano l'acqua. Governa le emozioni, le fragilità, i tumulti che possono travolgere come l'alta marea. E' l'acqua che placa gli incendi interiori, che disseta e nutre la terra, che induce chiarezza e trasparenza. Il suo periodo è Litha, sacerdotessa di Sulis. La sua Torre è a sud. La sua legge è la Saggezza.
- Glitonea. Signora della Nona Onda, (Cliodna, Niamh, Rhiannon) è colei che sollevandoti sulla cresta delle sue maree ti riconduce a casa. E' la visione dell'approdo, il raggiungimento degli obbiettivi, la distribuzione del raccolto. La sua veste è di un bel marronearancio impreziosita dai raggi del tramonto. Il suo periodo è Lughnassad, sacerdotessa di Arianrhod e Aine. La sua Torre è a sud-ovest, la sua legge è il Dono.
- Moronoe, (Muirenn, Modron), vestita di azzurro mare imperlato di pioggia, lava la terra dai residui del lavoro e nasconde il seme nelle sue profondità. Aiuta a valutare il raccolto e a stipare nella dispensa interiore le mele più sane, gli insegnamenti e tutto ciò di cui far tesoro. Il suo periodo è Mabon, sacerdotessa di Modron e Branwen. La sua Torre è a ovest. La sua legge è il Segreto. 
- Morgana, la Signora di Avalon (Morrigan, Modron). Lei è il passaggio definitivo ad un nuovo ciclo, l'integrazione finale di ogni consapevolezza, la guarigione, la conoscenza, la veggenza e la matematica. Lei è al centro della Ruota dell'Anno, sacerdotessa della Dea in ogni sua forma, vestita di nero decorato co  ogni colore e Signora di tutte le Leggi con in più, in onore al calderone di Annwn che non cuoce la carne dei codardi,  la legge del Coraggio. 
Ma, ripeto, questa come qualsiasi altra descrizione delle Nove Sorelle che sono state definite "Nine Morgens" è del tutto fantasiosa e arbitraria: un gioco, nel tentativo di rappresentarle. 
Tutte le leggi di Avalon sono sfumature de LA legge principale che è Sovranità di cui Excalibur ne è il simbolo e tutte le Nine Morgens ne sono portatrici poichè tutte sono Una: Nove dame per la Dama del Lago, Nove Leggi per LA Legge di Avalon.  Excalibur non è solo una spada importante, difatti essa viene conferita ad Artù, il prescelto, direttamente dalla Dama del Lago, e ad essa deve tornare alla morte del Re. In alcune leggende essa veste i panni di Nimue, o di Viviana o anche Morgana, ma in realtà la Dama del Lago dovrebbe essere lo spirito stesso di Avalon. È famosa la scena cinematografica in cui la sua mano emerge dalle acque a recuperare la spada lanciata in un grande specchio d'acqua da Morgana o da un cavaliere di Re Artù. 

La scrittrice Caitlin Matthews ha individuato Nove Dame di Avalon, custodi dei luoghi sacri, descritte nelle antiche leggende e in antichi testi ovvero Morgana, Ragnell, Dindraine,  Kundry, Ginevra, Enid, Igraine, Nimue, Argante. 
Nell'Avalon Nemeton lavoravamo sulle figure di Geowin (la reggente i piedi di Math l'antico), Eilan o Elen delle strade (colei che guida i viandanti), Argante (citata nel Brut y Brehinedd come colei che guarirà Artù), Meroe (mutaforma che ricorda Circe e Morgana perchè trasforma sè stessa e gli uomini in animali), Niamh (Signora di Emain Ablach), Viviana (la Dama del Lago), Melusina (la madre e nutrice, legata alla Terra perché in parte serpente, simbolo dell'energia ctonie fertili). 

Jhenah Telyndru individua nove funzioni per le nove sorelle: la legislatrice, la custode del sapere, l'emissaria, l'artigiana, la custode del Fuoco Sacro (o del sacro centro), la guardiana, la veggente, la guaritrice, la ritualista. Queste sono anche le funzioni di una sacerdotessa, ovviamente in base ai suoi talenti. Ad ognuna di queste funzioni associa anche dei ruoli che potrebbero essere ricoperti nella società del mondo odierno: la giudice e avvocato, l'insegnante di storia/lettere/filosofia o ricercatrice di culture antiche, la diplomatica o addetta alle pubbliche relazioni, l'artista o artigiana, la fondatrice di associazioni benefiche, la militare, la psicologa,  il medico, la ministra di culto ecc.... . Esse comprendono qualità come disciplina, chiarezza, coraggio, visione, ispirazione, comunicatività, comprensione, compassione, ecc... ma soprattutto un proprio modo di ascolto del divino e di comporre la propria tela sacra. 

Una menzione speciale la merita la Dama del Lago. Nelle leggende di Re Artù, è lei la reggente della spada di sovranità, che lei concede a Re Artù e che, alla sua morte, se la riprende, perchè nessun uomo può assegnare quella spada ad un nuovo re. E' una donna sempre molto potente, la cui magia e conoscenza sovrasta quella di chiunque altro. Il "titolo" di Dama o Signora del Lago è stato attribuito a nomi diversi nelle varie leggende, ma i personaggi legati a questi nomi rappresentano tutti aspetti diversi della Dama del Lago. I nomi più famosi sono Viviana, Nimue e Niniane, ma tra saghe britanniche e irlandesi incontriamo anche i nomi Ninianne, Nimane (o Nimanne), Vivien, Nimiane, Nymenche, Nineve, Niviana/e, Uiane, Nyneue, Nynue, Nynyve, Niamh, e varie altre declinazioni simili. Secondo Jean Markale, il suo nome significa "cielo bianco",  la collega a Diana (nemorense e cacciatrice). Nei testi di Thomas Malory essa prende come compagno il cavaliere Pelleas e da lui ha un figlio, Guivret, che un giorno diventerà anch'esso cavaliere della Tavola Rotonda. Nel "Ciclo della Vulgata" (racconti arturiani in prosa della prima metà del 1200 d.c.) è figlia del nobile cavaliere Dionas, nata nel suo dominio a Broceliande e resa bellissima da una sorta di fata madrina Diana. 
Prende anche con se il piccolo orfanello Lancillotto (nei racconti di Chrétien de Troyes, e nel "Lanzelet" di Ulrich von Zatzikhoven), a cui da un anello che lo protegge da ogni magia, e infine seduce e imprigiona Merlino. E' associata alle fate e divinità dell'acqua, come la Dea Coventina (da co-vianna). Anche nel "Lanzelet" lei ha un figlio, di nome Mabuz (Mabon), e questo la associa alla "Madre" ovvero alla Dea Modron, ma per la sua bellezza incantevole, fresca, seducente, lei è la fanciulla, e per il suo frequente ruolo di iniziatrice lei è la crona. E' una delle tre regine che vengono a prendere Re Artù morente per portarlo ad Avalon, inteso come luogo ultraterreno. 

Tornando alle nove morgane, sappiamo che le sorellanze celtiche sono caratterizzate sempre dal numero nove poichè per i celti il tre era il numero sacro: triplice è la Dea e ognuno dei tre aspetti è triplice a sua volta, per cui nove sorelle che ne incarnano ogni sfumatura. 

"Tre sono i volti della Madre: Fanciulla, Madre e Crona
Tre sono i volti della Luna: nascente, piena e calante oscura
Tre sono le porte che il fuoco apre: Samhain, Imbolc e Beltane
Tre sono gli invitati alla festa: gli Dei, gli antenati e gli spiriti della natura
Tre sono i Regni dei Mondi: Il Regno della Terra, il Regno del Cielo, il Regno del Mare
Tre sono gli elementi: Acqua, Aria e Terra
Tre sono le Isole Sacre: Avalon di Terra (isola delle nebbie), Avalon del Cielo (isola sopra le nuvole), Avalon del Mare (isola sotto l'Oceano)
Tre sono i luoghi in cui Avalon vive: nel corpo, nel cuore, nel respiro
Tre sono le braccia a Spirale: le polarità opposte e la terza forza
Che siate benedette, sorelle del cerchio della Triplice Spirale"
(©Brinigwenn per Avalon Nemeton)

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- Immagine in alto: "King Arthur and the Weeping Queens" di Dante Gabriel Rossetti

Note Bibliografiche:
- "Vita Merlini" di Goffredo di Monmouth (trovato sul web)
- "Le Chiavi di Avalon" di Steve Blake e Scott Lloyd, Ed. Newton & Compton Editori
- "The Mysteries of Avalon" di August Hunt, libro pubblicato direttamente dall'autore by Amazon
- "The Avalon Oracle" di Jhenah Telyndru
- "The Ninefold Way of Avalon" di Jhenah Telyndru, Ed. Llewellyn Publications
- "Le Nove Morgen" di Kathy Jones
- "Merlino" di Jean Markale
- "Storia di Re Artù e dei suoi cavalieri" di Thomas Malory
- "Lancillotto" di Chrétien de Troyes

- Le citazioni iniziale e finale sono di Brinigwenn per l'Avalon Nemeton
- La citazione di Goffredo de Monmouth dal Vita Merlini in merito alle Nove Morgane è tradotta da me

© Luci di Avalon 2020 - Tutti i diritti sono riservati
Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice

The Lassie and the Godmother

Immagine dell'illustratore Kay Nielsen per la favola in oggetto

 The Lassie and her Godmother 

(che più o meno sta per "La fanciulla e la sua madrina") liberamente tradotta e riassunta da me
da "East of the Sun, West of the Moon", favole raccolte da Peter Christen Asbjørnsen and Jørgen Moe.  La versione del mio libro è quella edita da Noel Daniel e illustrata da Kay Nielsen (stupendo)

C'era una volta una coppia povera che viveva lontanissimo in un grande bosco. Ebbero una bimba, ma erano molto poveri e non avevano soldi per nutrirla. Un giorno il padre andò in giro, casa per casa, a cercare qualcuno disposto a sostenere la figlia e mantenerle il necessario nutrimento, ma non trovò nessuno disposto a pagare per il suo cibo. Mentre tornava alla sua povera dimora fu fermato da una bella signora, vestita elegantemente e molto gentile. Disse che si sarebbe occupata lei della bimba, ma disse anche che voleva tenersela per se. Allora l'uomo andò a chiedere alla moglie cosa ne pensava, ma lei rispose di no. Il giorno dopo l'uomo tentò di nuovo la ricerca di una persona disposta a mantenere la piccola, ma la ricerca fu sempre vana e di nuovo incontrò la signora elegante e gentile che gli ripetè la stessa offerta del giorno prima. Così l'uomo lo riferì un'altra volta alla moglie, la quale rispose che se anche il giorno dopo non avesse trovato nessuno, avrebbe accettato di cedere la piccola per non farla morire di fame, dato che la signora era così elegante e gentile. E così fu. Il terzo giorno, dopo altri vani tentativi, l'uomo ritrovò la signora, la quale, il mattino dopo, si presentò a casa sua con due uomini che disse essere i padrini della piccola, quindi prese la bimba e si recò in chiesa per farla battezzare. Poi la portò a casa sua dove la bimba crebbe felice. Quando Lassie fu grande abbastanza per conoscere il giusto e lo sbagliato, la sua madrina partì per un viaggio, ma prima le disse che poteva andare per tutta la casa, ad eccezione delle tre stanze che le avrebbe  mostrato. Mentre era via, la ragazza non si trattenne dall'aprire una di quelle porte quando ...Pop!! una stella uscì fuori e si piazzò su nel cielo. La madrina al ritorno vide la stella lassù e si arrabbiò così tanto che voleva mandare via la figlia adottiva, ma costei pianse e si disperò così tanto che la madrina la tenne con se. Dopo un po' di tempo però dovette partire di nuovo e si raccomandò con la ragazza di non entrare nelle due stanze che le aveva già mostrato e dove ancora non era stata. La ragazza promise di obbedire, ma quando la madrina fu via, ella non fece che pensare a cosa ci poteva essere dentro quelle stanze. Così aprì una seconda porta e .... Pop!! uscì fuori la Luna, e si appese anch'essa nel cielo. Quando tornò dal suo viaggio, la madrina divenne furiosa, e le urlò di andar via, ma la ragazza pregò e si disperò così tanto che alla fine di nuovo la tenne con se. Dopo un po' di tempo la madrina dovette andar via una terza volta, e di nuovo fece alla ragazza le solite raccomandazioni riguardo però l'unica stanza rimasta ancora chiusa. Come le altre volte, in seguito alla partenza della signora, la ragazza fu di nuovo presa dalla curiosità, ma cercò di soffocare il desiderio di aprire la stanza. Ad un certo punto non ce la fece più, e dalla porta uscì fuori un luminosissimo Sole che salì su in cielo. Figuriamoci quanto si arrabbiò la madrina al suo ritorno!! E questa volta non la perdonò, nonostante le preghiere, i pianti e la disperazione della ragazza. Così le disse che la mandava via, e che doveva anche punirla. Le dette la possibilità di scegliere tra due opzioni: essere una ragazza bella e gentile ma muta, oppure brutta ma con la facoltà di parlare. La ragazza scelse la prima opzione, e divenne bella come una fata, ma non potè più proferir parola. Così dovette uscire da casa della madrina, e più andava lontano nel bosco più le sembrava non finisse mai. Quando scese la sera, salì sopra un albero che aveva sotto di se una fonte e lì si mise a dormire. Giusto là davanti, a distanza, c'era un castello dal quale ogni mattina veniva a quella fonte  la domestica del Principe a riempire la brocca. Quel giorno, guardando nell'acqua, ella vi vide riflesso il bellissimo volto della ragazza, ma pensò che era il suo, e quindi  gettò via la brocca e corse al castello pensando che era troppo bella per andare a prendere l'acqua, e così dovette andare alla fonte un'altra domestica, ma successe la stessa cosa. Alla fine il Principe andò da solo per vedere cosa significava tutto ciò. Egli però scorse la ragazza sull'albero, e se ne innamorò. La aiutò a scendere e la portò a casa per farne la sua Regina, ma la madre non era contenta perché secondo lei, dato che la ragazza non parlava, poteva essere una strega malvagia. Il Principe però non volle sentire ragioni, e la sposò. Dopo un po' di tempo Lassie ebbe un bambino, ma appena partorì arrivò la sua madrina che prese il bimbo e appoggiò le sue dita sulla bocca della Regina dicendole che ora sarebbe stata addolorata come lo fu lei quando le fece uscire la Stella dalla stanza. Poi se ne andò con il bambino, portandolo via con se. Pensarono tutti che la Regina si fosse mangiata il piccolo e la Regina Madre voleva bruciarla come una strega. Il Principe però le era così affezionato che la liberò e decise di tenerla vicino a se. Per due volte lei rimase incinta, e per due volte la madrina venne prendendole i figli e dicendole le stesse parole, ma una volta riferendosi alla Luna e l'altra volta riferendosi al Sole. A questo punto il Principe non potè più difendere la sua sposa e decise di mandarla al rogo. Mentre cercavano di legarla al palo, arrivò la madrina con i tre bambini in braccio. Si avvicinò alla Regina e le disse: "ecco i tuoi bambini. Ora puoi riaverli. Io sono la Vergine Maria, e così addolorata come lo sei stata tu, lo sono stata io quando hai lasciato uscire la Stella, la Luna e il Sole. Tu sei stata punita per tutto ciò che hai fatto e ora puoi riavere anche la parola". Che gioia fu quel momento per il Principe e la Regina! Da allora vissero felici e contenti, e la Regina Madre fu molto più affettuosa con la ragazza. 

È una favola scandinava, ma vi ritroviamo elementi noti anche ad altre tradizioni, per cui possiamo supporre che sia la rielaborazione di un racconto molto più antico. La raccolta si chiama "East of the Sun, West of the Moon", poichè indica un mondo che va al di là della realtà, oltre la linea dell'orizzonte dove sorge il Sole e tramonta la Luna, ancora più in là, in un luogo irraggiungibile dietro di essi, un luogo spirituale oppure il mondo della fantasia.
Una cosa che mi ha incuriosito è che anche in alcune altre storie del libro, le fanciulle sono chiamate "Lassie", ovvero ragazzina, ma con la L maiuscola come fosse un nome, e non hanno altri nomi. 
Il mutismo a cui è costretta la ragazza per "punizione" ricalca alcune leggende dove però l'impossibilità di parlare ha sempre un valore iniziatico: è un percorso in un'altra dimensione dove non si usano le parole umane. Difatti lei si trova in un bosco infinito e la fonte è l'elemento liminale che la condurrà al luogo dove avrà la sua iniziazione, che inizierà dal momento del risveglio sull'albero che è "la porta" di entrata a quel luogo. In alcune leggende celtiche, il sonno, come quello indotto dal canto degli uccelli di Rhiannon o dell'Arpa del Dagda, "addormenta i vivi e risveglia i morti", ovvero accompagna in un mondo altro. I figli che le vengono sottratti di nascosto e l'idea ingiusta che li avesse uccisi lei ci conducono al mito contenuto nei Mab che narra di Rhiannon, la quale subì la stessa sorte, anche se non la stessa condanna. Anche la punizione ha simbolicamente un valore iniziatico, è un percorso di crescita, dove le emozioni e il sacrificio sanciscono il passaggio dall'età fanciullesca a quella adulta, con la conseguente acquisizione di responsabilità. I figli scomparsi e poi ritrovati rappresentano il Mabon, il figlio divino, che fu rapito da Modron, la "Madre", la quale lo tenne nascosto per giorni fino che non fu ritrovato e liberato. Questo concetto, che troviamo anche nel Peredur/Perceval, in Culhwuch ed Olwen, nella storia di Lugh e Llew Llaw Giffes, in quella di Cuchulainn e di Artù, rappresenta simbolicamente  il Sole del solstizio, che per tre giorni è al suo limite minimo di tempo di attività e quindi è come se fosse nascosto. E' il momento della sua rinascita nel grembo della Dea (agli eroi delle leggende è sempre attribuita una nascita prodigiosa). Poi piano piano, anche se debolmente, i giorni successivi la luce tornerà a crescere, e dopo le feste natalizie potremo cominciare a vederne la presenza in modo apprezzabile. La ragazza è la Dea rinata e risvegliata dopo il sonno invernale con un volto di fanciulla, bellissima, portatrice di luce e di sovranità: difatti lei è la Regina, colei che il Principe prende in sposa per consolidare il suo diritto a regnare. La Regina Madre invece è la Dea nel suo aspetto invernale di vecchia. In questa favola, come in molte favole antiche, la Dea si mostra con l'aspetto di fanciulla (la ragazza), di madre (la madrina) e di anziana saggia (la Regina Madre). Il Dio è rappresentato dai tre figli della Regina che vengono rapiti, (il Mabon, il Re quercia), dal marito il Principe (il Dio anziano, il custode, il Re Agrifoglio, ma anche il giovane Dio fecondante) e i due uomini a fianco della madrina che fecero da padrini (i due aspetti del Dio, sempre e comunque custode della Dea e della natura). La Dea è la creatrice dell'Universo, le stelle la luna e il sole rappresentano le leggi universali che lei scrive, e difatti solo lei può appendere nel cielo la Stella, la Luna e il Sole quando è il momento giusto di illuminare il giorno o la notte, regolando cicli stagionali, mensili, giornalieri, che mantengono in armonia la bellezza e l'abbondanza nella Terra, strettamente collegata alla danza degli astri e alla musica dell'Universo. Le leggende antiche non ci insegnano che la donna deve essere salvata dal principe azzurro (n.b. - spesso son state fraintese, anzi, la donna è spesso investita di un grande potere): esse sono sempre uno scrigno misterioso che conserva la conoscenza delle leggi naturali posseduta a quei tempi molto molto lontani in cui nacquero, ma con le edulcorazioni fatte attraverso le epoche per renderle più affini a nuove culture, la comprensione dei loro contenuti diventa sempre più complessa e può dar luogo anche ad interpretazioni maschiliste fuorvianti. In tali leggende, l'elemento maschile e femminile, il giorno e la notte, la gioventù e l'anzianità, sono sempre intrecciate tra loro in una danza di eventi, e lo stesso personaggio può incarnare più aspetti in modo molto sottile, sfumato, tanto da non capire dove è il confine tra di essi. Questo perchè nei popoli antichi, soprattutto quelli dell'Europa nord-occidentale, non c'erano confini tra i vari elementi culturali e spirituali della loro società. Per essi tutto era parte di una tela, e quindi anche l'altro mondo non era poi così lontano, servivano solo le giuste strategie spirituali (come ad esempio l' "imbas forosnai" praticato dai druidi, che è una sorta di sonno-trance) per vederlo, raggiungerlo, e magari parlamentare con entità superiori.
I tempi antichi non sono certo il metro con cui misurare il presente, e chissà: forse un giorno odieremo il sole e lo considereremo una maledizione, visto quello che sta succedendo nel clima mondiale, ma ancora possiamo trarre dagli insegnamenti arcaici qualche ispirazione e qualche elemento in più di comprensione.

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Un'antica leggenda Norvegese "in foto"
(Le terre del Nord Europa sono piene di antiche suggestive leggende)



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Note Bibliografiche:
- "East of the Sun, West of the Moon" di Kay Nielsen e Noel Daniel, Ed. Taschen

- Immagine di Kay Nielsen
- Foto e narrazione della leggenda norvgese di Niviane

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Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice.



Camelot e Artù

Cadbury Castle


Cadbury Castle: la foto può sembrare insignificante, e invece il luogo è molto interessante. Infatti la leggenda vuole che proprio su questa collina di Cadbury sorgesse il castello che conosciamo con il nome di Camelot. Sulla collina non c'è nulla di speciale, se non fosse che è considerato il sito di un antico forte dell'età del ferro, che fu poi riutilizzato dagli antichi romani. Ora restano solo i fossati dove erano inserite le fondamenta, che erano su più strati e livelli. I profondi e larghi fossati sono ancora visibili. Volendo credere alla leggenda, mi emozionava pensare che stavo guardando verso un orizzonte che anche gli occhi di "Morgana" avevano guardato, magari proprio mentre, come in quel momento, si avvicinava una tempesta, e lo stesso vento le spettinava, come a me, i capelli. Il paesaggio è bellissimo, il sito è ben indicato ed è aperto. Si visita girando intorno alla collina, e poi andando al centro. Sui fianchi della collina i fossati sono molto appariscenti. Al centro c'è questa colonnina con sopra un disco di metallo che indica le varie direzioni e le località relative. 


Tintagel - Cornovaglia


Tintagel: le leggende lo indicano come il luogo di nascita di Re Artù. In cima ad una alta scogliera ci sono le rovine di un castello dove si arriva con una ripida scala e sotto, sulla spiaggia, c'è una grotta che è chiamata "Grotta di Merlino". In realtà sembra che vi fosse un antico insediamento della tribù dei Dumnoni, del quale restano le rovine sopra la scogliera. 


Grotta di Merlino

Castello di Tintagel (di Artù e Igraine)


Rovine del castello di Tintgel e del sito dei Dumnoni

Scala per il castello di Tintagel

Cascate "St. Nectan's Glen" vicino Tintagel

Statuetta della Dea a St. Nectan's Glen

Entrata di Acquae Sulis a Bath, dove sorgeva il tempio di Sulis Minerva, nel Somerset

Caerleon 


Caerleon: questo anfiteatro viene ritenuto il luogo dove un Ard Ri (grande re o re dei re) riunì tutti i re per una grande tavola rotonda. Il sito è di costruzione romana, e gli storici affermano che Re Artù poteva essere un condottiero romano di madre inglese di nome Artorius, o meglio Lucius Artorius Castos, che avrebbe difeso la Britannia dai sassoni quando i romani abbandonarono quelle terre, nella cosiddetta "Dark Age" della Britannia. Vicino a Caerleon si trova Cardiff, dove c'è un rinomato castello da visitare. 


La Torre di Londra, dove la leggenda dice sia seppellita la testa di Bran

Lago di Windermere nella zona dei Grandi Laghi


E' qui, nella zona dei Grandi Laghi che alcuni studiosi, August Hunt, Steve Blake e Scott Lloyd, hanno trasferito tutta la realtà storica relativa ad Avalon e Re Artù, seguendo alcuni antichi documenti storici. Secondo loro tutta la storia si sarebbe svolta intorno al Solway Firth, e individuano vicino alla zona dei grandi laghi un regno detto di "Afallach", dove il signore di questo regno aveva 9 figlie, tutte sorelle, sacerdotesse di antichi culti, che possono essere le cosiddette "9 morgane" di cui parla Goffredo de Monmouth. 


Il Vallo di Adriano


Vallo di Adriano: probabilmente era presieduto dalle legioni di Lucius Artorius, e da lì si arriva in Scozia, terra di gaelici ma anche e soprattutto delle antiche popolazioni dei Pitti e degli Scoti. Sembra che Ginevra fosse probabilmente una regina guerriera dei Pitti, e che il matrimonio con Artù servì a suggellare una pace con i popoli d'oltre vallo. 


Saint Micheal's Mount, possibile "Avalon" poichè penisola che diventa isola con l'alta marea

Paesaggio Isola di Skye - Scozia. C'erano le sacerdotesse/guerriere che istruirono CuChulainn

Durante i miei viaggi nelle terre di Britannia, Irlanda e Bretagna, ho visitato numerosi castelli bellissimi e suggestivi, sono stata nelle Highlands in Scozia e ho visto i luoghi di William Wallace (splendido il castello di Stirling) e di Rob Roy, ho visto Dublino, Londra, la magnifica Edimburgo, le scogliere irlandesi di Moher, quelle della Cornovaglia e della Scozia. Qui però mi sono limitata a mettere solo quello che aveva attinenza con Avalon e con le leggende celtiche. 


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Broceliande e altri luoghi

Castello di Comper: si dice che sul lago vi sia il castello invisibile di Viviana

Siamo in Bretagna.
Qui si entra veramente nella leggenda. Broceliande è citata nel racconto "La Dama della Fonte" dell'epopea cavalleresca, in cui è citata la Fonte di Barenton dove Gawain incontra il Cavaliere Nero e deve combatterlo. Quando Gawain beve l'acqua della fonte, arriva una tempesta fortissima che sconvolge tutto l'ambiente del luogo e così si presenta il Cavaliere Nero per fermare l'usurpatore ma Gawain lo sostituirà a fianco della Regina. Sopra la Fonte un albero era pieno di uccelli dal canto melodioso. Tutto questo ne fa una sorta di passaggio per Avalon. Il Cavaliere Nero altri non è che il custode della Regina/Dea e del suo Regno, che poi in leggende successive si scoprirà trattarsi di Modron.
A Broceliande c'è una grande e stupenda foresta in cui ogni luogo ha un nome che evoca miti e storie legati alle leggende arturiane. 
In particolare, la Tomba di Merlino è dove Viviana, con un incantesimo, chiuse il famoso mago facendolo sparire dalla faccia della terra. In realtà alcuni studiosi affermano che Viviana è colei che ha aiutato il mago a raggiungere l'aldilà scendendo dentro la roccia. 
L'Hostiè de Viviane è un piccolo cerchio di pietre che secondo alcuni in realtà costituiva una sepoltura. Per arrivarci si cammina nel bosco fitto, salendo, ed è un percorso bellissimo che attraversa ponticelli e piccoli torrenti.


Hostié de Viviane - Broceliande







Castello di Trecesson - Campénéac (Broceliande)


Vi sono altri luoghi che sono parte delle leggende cavalleresche. 
Pointe du Raz è un promontorio che guarda verso l'Isola di Sena (l'Isola delle Sacerdotesse Galicenae). E' considerato un luogo liminale della morte pochè molte navi vi facevano naufragio, e da lì si viaggia verso le terre di altromondo, ovvero verso Avalon.


Pointe du Raz
La Torre di Melusina nel Castello di Fougère

Sembra che in questa Torre c'erano le stanze di Melusina, una bellissima fata, dove allatava i suoi figli. Ogni sette giorni si traformava in una donna serpente, e una di queste volte il principe Raimondino, figlio del Re dei Bretoni che era suo marito, ruppe la promessa di non andare a spiarla e Melusina fu scoperta dal suo nobile marito, mentre con la coda di serpente si faceva il bagno. Melusina abbandonò il marito che rimase sconvolto dalla scoperta. La leggenda fu scritta da Giovanni di Harràs e si intitola "Roman de Melusine".

Qui sotto, Mont Saint Michel è una famosa penisola che resta isolata dalla terraferma con l'alta merea. Secondo alcuni, per queste sue caratteristiche, può essere un luogo dove vivevano le sacerdotesse celtiche, ma poi vi fu costruito il monastero dedicato a San Michele per scacciare i "demoni" del paganesimo. 




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