martedì 12 maggio 2020

Ma Avalon è il vero nome?

La collina del Tor a Glastonbury


Questa non è una domanda facile, poichè Avalon non è un luogo di questo mondo e quindi è difficile anche stabilirne il vero nome. Lo stesso J.R.R.Tolkien rifiuta il concetto che Avalon appartenga ad un luogo terreno e nel suo libro in prosa "La Caduta di Artù", pubblicato postumo alla sua morte dal figlio Christopher, fa ben intendere che si tratta di un luogo indefinito al di la del mare. Anche la Bradley, nei suoi romanzi del Ciclo di Avalon, colloca l'Isola Sacra in un luogo indefinito al di la del mare e delle nebbie. 

"Una volta, un viaggiatore di buona volontà, con la conoscenza di qualche segreto, poteva spingere la propria barca nel Mare dell'Estate, e arrivare non a Glastonbury, dai monaci, ma all'Isola Sacra di Avalon, giacché all'epoca i cancelli tra i due mondi si confondevano nelle nebbie ed erano sempre aperti per l'uomo saggio e determinato" (parole di Morgana, nel libro "Le Nebbie di Avalon" di M.Z.Bradley)

Il primo ad indicare Glastonbury come l'Isola di Avalon fu Giraldo Cambrense (Giraldus Cambrensis, monaco, scrittore e storico) che parla di Glastonia e per questo molti hanno pensato che si trattasse di Glastonbury, fino a che due ricercatori storici, Steve Blake e Scott Lloyd che hanno scritto "Le Chiavi di Avalon", dimostrarono che in realtà Avalon era più a Nord, nella zona dei Grandi Laghi, e "Glastonia" poteva essere invece un luogo con un nome simile non lontano dal Vallo di Adriano. Secondo varie ipotesi invece, Avalon poteva essere un'isola di fronte alla Cornovaglia, Lyonnesse, sprofondata nel mare, oppure l'Isola di Wight, un pezzo di costa staccato dalla terraferma, che viene associata ad Ynis Witrin ("Isola di vetro") per la sua forma a cristallo, o l'Isola di Man, ritenuta la Emain Ablach dei gaelici e sede del mitologico Manannan Mac Lir. A questi si aggiungono l'Isola di Anglesey/Isola di Mona (o Ynis Mon) e l'Isola di Sena (in Bretagna) in quanto note arcaiche sedi di comunità druidiche e sacerdotali, e l'Ile d'Aval dove, secondo i bretoni, fu portato Artù morente. Sono state individuate anche le penisole che con l'alta marea diventano isole: Mont Saint Michel (Bretagna) e St. Michael"s Mount (Cornovaglia), dove oggi sorgono monasteri dedicati a San  Michele, esattamente come per la torre del Tor di Glastonbury, ovvero i resti di una antica chiesa dedicata all'arcangelo che schiacciò il male. Di solito queste costruzioni cristiane venivano erette sopra importanti luoghi di culti pagani e quindi possibili sedi di arcaici gruppi sacerdotali isolati dal mare e dalle nebbie. A dire il vero, se la si vede così, ogni isolotto della Britannia o della Bretagna potrebbe essere Avalon, alla fine la più gettonata resta Glastonbury, ma la teoria più significativa e credibile è certamente quella che non sia mai stato un luogo terreno bensì il mitologico paradiso dei celti. C'è un angolo sul mare in Cornovaglia chiamato Land's End ("Fine della terra), ritenuto  il più a ovest di tutta la costa, oltre il quale non c'è altra terra. Oso pensare che da lì, guardando il sole tramontare sul mare, gli antichi celti cercassero di intravedere una sagoma sfumata del loro paradiso sospeso in cielo. 

In realtà Avalon giace nei meandri profondi del cuore, nell'attitudine di chi reca in sé un lembo di quella mitologica Terra Sacra, di cui la Natura ne è il riflesso e la materializzazione terrena. Le sue porte si aprono al viandante che possiede sane virtù, che ha lavato via dal suo cuore tutte quelle passioni che nascono dalla mente spaventata e che ha riportato alla luce ciò che era stato celato dall'azione delle Ere. Anche Re Artù ha dovuto compiere un lungo e pericoloso viaggio redentivo sulla sua barca Prydwen, (la leggenda "Priddeu Annwfn" o "The Spoils of Annwfn", viaggio da cui ritorneranno solo in 7, scritto dal bardo Taliesin nel "Llyfr Taliesin" o Libro di Taliesin). Ogni leggenda celtica è la storia di un viaggio iniziatico in cui superare paure, acquisire consapevolezze, rompere catene e accedere al "calderone", definito Graal nel medioevo e trasformato poi nel calderone alchemico. La vita è fatta di tanti grandi o piccoli, a volte anche impercettibili, passaggi iniziatici interiori. La Natura è non solo il luogo dei cancelli, ma anche la Grande Maestra. Avalon è sempre là, oltre la "nona onda", così lontano eppure così vicino: è la grande metafora del viaggio interiore verso l'Anima, per riscoprire la capacità di esperire i propri talenti, di riconoscere i propri doni, di affermare la propria autenticità, di migliorarci, di realizzarci, di andare oltre le nostre ombre, di realizzare azioni concrete. 
I luoghi della leggenda e dei nostri ancestrali antenati possono essere visti come "porte" di Avalon, esattamente come gli antichi e silenziosi cerchi di pietre, le rive del mare che guardano a Nord Ovest o quei luoghi di natura che sono protetti e intatti, ma prima di tutto, per trovare Avalon, bisogna ascoltare il cuore. 
Ciò non toglie che visitare certi luoghi leggendari è una esperienza straordinaria, e ci permette di portare luce agli aspetti più antichi della nostra anima o a quelle situazioni in cui essa si è formata, poichè in quei luoghi torniamo alla radice dei tempi. 

E allora possiamo identificare il vero nome di Avalon almeno dalle leggende? Ebbene no, non possiamo. Difatti, leggendo i miti si evince che Avalon era una sorta di altromondo luminoso in cui andavano i coraggiosi e i beati, ma nelle varie leggende le terre di altromondo hanno nomi diversi in narrazioni diverse. 
Quello che sappiamo è che Avalon è un termine relativamente moderno, che nasce da altri nomi di origine gaelica e che stavano a significare Isola delle Mele.
Ora metterò qui una lista di nomi che ho trovato durante le mie ricerche nel web e nelle leggende celtiche britanniche - irlandesi e con i quali è indicato questa sorta di paradiso dei celti:
Avalon
Albion
Avilion
Aballava
Emain Ablach (Fortezza dei Meleti)
Ynis Afallach (Isola delle Mele)
Emania (Terra della Luna)
Ynis Witrin o Yinis Wydr (Isola di Cristallo, dove sorge Ty-Gwydrin, ovvero la dimora di vetro)
Tir na mBan (Terra delle Donne)
Tir na nOg o Tir nan Oge (Terra della Giovinezza, Terra dell'Estate)
Tir na mBeo (Terra della Vita)
Tir na Moe (Terra della Pace)
Ti Tairngiri (Terra Promessa)
Annwyn o Annwn (Altromondo sotterraneo dove è custodito il Calderone della Rinascita)
Regno di Midhe (Terra di Mezzo)
Regno del Sidh o Sidhe (Terra ultraterrena ma sotterranea)
Mag Meld (Pianura del Piacere)
Mag Mor (Grande Pianura)
Insula Pomorum (Isola delle Mele indicata da G.De Monmouth)
Tor Eressea e relativo porto di Avallonia (dal Signore degli Anelli di Tolkien)

Tutti questi nomi ci fanno bene intendere che Avalon era costituito dal mare (isola), dal cielo (Estate, Luna), dalla "terra", soprattutto ad indicare "luogo", ma anche pianure e mondi sotterranei. E un luogo della luce vitale di cui ho già parlato, ( qui ). È una "Terra di Mezzo" non raggiungibile in nessun modo terreno eppure presente in ogni aspetto della realtà naturale, o forse, meglio ancora, ogni aspetto della realtà naturale ha in se le chiavi per accedere alle Luci di Avalon che risplendono "oltre la nona onda del mare" al di là di ogni orizzonte. 

"Nei racconti celtici iniziatici verso l'Altromondo, l'eroe prescelto riceveva la visita di una Dea che recava un ramo di melo. Con le sue foglie e i suoi fiori perfetti come gioielli, quel ramo parlava  di una realtà diversa e più vasta, un luogo oltre il tempo e l'entropia, dove l'inverno non comportava la perdita dei fiori, dove la fonte di tutta la bellezza del nostro mondo durava in eterno. Incantato dalla fragranza dei fiori e dalla melodia selvatica del canto di colei che gli aveva fatto visita, l'eroe - Connla, o Bran Mac Febhail - comprendeva di essere chiamato a trovare il desiderio del suo cuore. Ma la via era pericolosa e non poteva essere percorsa senza sforzo. C'erano ad attenderlo trappole,  tentazioni e illusioni che potevano sviarlo dal suo sentiero per portarlo alla distruzione. E la terra verso cui viaggiava era sotto molti aspetti diversa da tutto ciò che egli avesse mai incontrato: una terra di donne, in cui l'intuizione diretta era la più importante dell'analisi; un paese marino che cambiava costantemente senza per questo perdere nulla di sé. Ma l'eroe perseverava e infine giungeva alla Terra dell'Eterna Giovinezza, la Pianura del Miele, il Luogo della Vita. Là, sull'isola che si regge su quattro piedi di bronzo oltre il bastione di fuoco, sotto l'incantesimo del canto senza fine, egli trovava il Banchetto dell'Altromondo, il centro di pace e felicità definitive, presieduto da Manannàn Mac Lir. E allora, se non era ancora tempo, che si distaccasse dalla sua vita terrena, egli tornava rafforzato dal ricordo della Terra delle Mele, a una partecipazione più piena nel mondo della sua tribù. Ti offriamo un ramo di melo [...] (nb. il viaggio) sarà anche periglioso, con ampie occasioni di scoraggiamento; ma chi cerca con coraggio e occhio nitido giungerà infine a Emain Ablach, ad Afallon." (da "Il tempo dei celti" di Alexei Kondratiev, Ed. Urra )

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- Foto del "Tor" di ©Niviane

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