domenica 22 novembre 2020

Immram

"The Lady of Shalott" di John William Waterhouse


"Immram, al plurale Immramma, è tradotto come il Viaggio Celtico sulle Acque, inteso sia come navigazione in senso letterale che ancor più come viaggio mistico. Se a questo aggiungiamo che le Terre dei Beati o dell'Estate sono un'isola, quindi circondata dalle acque, il collegamento con Avalon viene piuttosto naturale. Nello specifico gli Immramma sono tecniche di viaggio che permettono di raggiungere proprio Avalon. Ovviamente prima di navigare occorre avere una barca con dei remi, conoscere la direzione e saper remare... ma non basta: bisogna anche esser capaci di sollevare le nebbie per non perdersi. 
Avalon è un'isola al cui centro c'è un'altura e vi si giunge, per l'appunto, dopo aver attraversato le nebbiose acque. Una volta giunti sulle rive dell'isola si è ad Avalon, ma questo è il punto di inizio del cammino, non l'arrivo.
Le nebbie sono l'inconsapevolezza, l'incapacità di vedere e percepire la trama e l'essenza delle cose, e solo in pochi casi questa nebbia è attraversata da raggi di luce.
Solitamente certi momenti di illuminazione avvengono nei sogni o in particolari momenti della vita quando meno ce lo aspettiamo, momenti che ci fanno sentire in perfetta armonia con quanto ci circonda. 
L'acquisizione delle consapevolezze che ci permettono di attraversare le nebbie è il primo passo, e la barca a remi con cui compiamo il viaggio è l'insieme degli strumenti usati così come sono consigliati dalla tradizione, solitamente tecniche di meditazione.... ma poi giunti sull'Isola si possono fare due scelte: o rimanere sotto i meli a crogiolarsi al sole, o iniziare la scalata della collina. 
Questo è il secondo importante momento del nostro viaggio. Per salire sulla collina serve una profonda armonia con la Dea Madre, che si erge sopra la collina così come nelle profondità del nostro essere. Tale percorso ho il suo termine con un vero e proprio rito iniziatico, ovvero nella manifestazione della Dea in noi. 
Alla fine c'è un'ultima terza tappa del viaggio, che consiste nel tornare nel mondo reale e applicare in esso la consapevolezza acquisita." (©Bringwenn - per Avalon Nemeton)

Questo brano cela in sè numerosi indizi su cosa sono gli Immramma e tracce su come si effettuano. Nella tradizione celtica sono numerose le leggende che narrano di viaggi per mare verso luoghi soprannaturali dove c'è sempre luce e cibo in abbondanza che nasce dalla terra senza sforzo ne lavoro. Ne è un esempio il viaggio di Bran mac Feabhail. Nella maggior parte degli Immrama del mito celtico, il viaggio è senza ritorno oppure sono in pochissimi a riuscirci, come nel disastroso viaggio di Artù nel Preiddeu Annwfn da cui tornarono solo in sette. Bran invece, dopo aver raggiunto la Terra delle Donne, provò a ritornare nel mondo ordinario, ma un suo compagno si incenerì non appena provò a mettere un piede a terra. 
Il significato di questo aspetto del mito è che il viaggio ci cambia, ci pone in contatto con aspetti più veri e profondi di sè da cui non si può tornare ad essere come prima. Quella parte falsa e condizionata di noi si dissolve, e possiamo tornare alla realtà quotidiana con la consapevolezza di sé.
Il viaggio però è anche quello che avviene nel sogno o in stato di trance, come nel caso degli Imbas Forosnai, un dono ottenibile con una tecnica praticata dagli antichi druidi capaci di veggenza (i cosiddetti fili) che dopo aver mangiato della carne di cinghiale, o di maiale o di cane, considerati tra i celti animali di comunicazione tra i mondi, ne mettevano un pò anche su una roccia e cantavano un'invocazione a divinità innominate, poi cantavano sui palmi delle mani per chiedere di non essere disturbati, dopodiché appoggiavano i palmi sulle guance e si appoggiavano sulla roccia in uno stato di trance e sonno, per raggiungere luoghi dello spirito in cui ricevere risposte e ispirazioni. Questo "viaggio" durava tre giorni, dopodiché, al risveglio, si poteva scoprire se la rivelazione era giunta. Tale descrizione è contenuta nel Sanas Cormac (Glossario di Cormac) che risale al X secolo. Questa tecnica avvicina profondamente i druidi al mondo sciamanico, rivelando radici dello sciamanesimo nordico nelle pratiche dei sacerdoti celti. 

Ovviamente NON c'è bisogno di ciancicare carne di animali (inutile atto superstizioso che danneggia esseri viventi) e farsi venire il mal di schiena dormendo appoggiati su una roccia. 
Qualsiasi buon metodo di visualizzazione (che serve a distaccarsi dal mondo ordinario) e poi di meditazione aiuta ad entrare con gli aspetti più profondi del Sé dove trovare le nostre verità e consapevolezze da applicare alla propria realtà.
L'Immram di Avalon, inteso come pratica di meditazione, può essere riassunto così: innanzitutto bisogna visualizzare la barca, poi vi si sale, si procede sul lago nella nebbia, si alzano le nebbie, si giunge sulla riva, si sbarca, si chiede al grande albero sacro di mele di poter passare, e si sale sulla collina. Arrivati in cima si siede su una pietra e qui inizia la vera meditazione dopo aver "cantato" una preghiera esprimendo quello che vorremmo conoscere, che può arrivare solo nel silenzio completo della mente, lasciando passare come nubi i pensieri che si affacciano in quel silenzio, e restando in osservazione e ascolto. Alla fine della meditazione la cui durata è personale, si ridiscende la collina e si riprende la barca, per tornare alla spiaggetta di partenza iniziale. 
Ovviamente questo è l'esempio di base, ma ognuno può meditare come vuole. 

Oltre al "viaggio meditativo" o a quello del sogno, ci sono altri due tipi di Immram: il viaggio spirituale e di consapevolezza compiuto in vari momenti della vita attraverso sentieri spirituali a noi affini, e il viaggio vero, fisico, o "pellegrinaggio" effettuato in luoghi sacri e speciali. 

La "manifestazione della Dea in noi" è una immagine simbolo che rappresenta il raggiungimento di quella consapevolezza di sè che ci permetterà di affrontare con verità la realtà quotidiana. 
La barca, nell'Immram, rappresenta simbolicamente il bagaglio di conoscenze acquisite tramite lo studio, mentre l'atto di aprire le nebbie indica la volontà di andare oltre la mente condizionata per poter ascoltare l'anima e superare l'antica perdita. La salita sulla collina è simbolo del percorso spirituale o iniziatico di conoscenza di sé e delle Antiche Armonie, poichè non c'è separazione tra noi e la realtà naturale nella quale viviamo. A mano a mano che acquisiamo consapevolezza di sé scopriamo un sempre maggior senso di armonia e unità con le forze naturali, con la vita e con la forza vitale insita nell'Universo dove tutto è parte della stessa tela.  
Anche la vita, a suo modo, è un lungo Immram. 

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- Immagine in alto, splendida opera pittorica di corrente "preraffaellita" di John William Waterhouse intitolata "The Lady of Shalott"

- La citazione iniziale è di Brinigwenn per l'Avalon Nemeton

© Luci di Avalon 2020 - Tutti i diritti sono riservati
Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice

6 commenti:

  1. William Waterhouse
    Ma dove l'hai pescata questa foto che neanche se si va vikipedia e si digita il nome del pittore la mostrano
    Mi sono perso i quei particolari che rasentano il paranoico.
    Mihanno risvegliato un cuore romantico, grazie della condivisione

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  2. Ricordo nella mia infanzia di tradizioni particolari solo in seguito ho capito che partiva da un mondo lontano prima forse degli Etruschi in dicembre si bruciavano rane di viburno e quercia questa usanza non era presente della discendenza romana per cui penso che sia Gallica e forse celtica Buona giornata si

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  3. Risposte
    1. Ciao. Si, vivissima (per ora).
      In questo blog volevo solo inserire articoli su concetti di base, come fosse un piccolo libro leggibile a tutti, ma ora che l'ho fatto ci svrivo di rado. Mi trovi su http://ilmelodellafantasia.blogspot.com

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  4. La barca della vita non solo deve aprire le nebbie ma anche destreggiarsi tra mare agitato con tante onde altissime e bonaccia.
    Forse la bonaccia non è tutta cosa buona

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