Una mia foto alla statua di Brighid che ho a casa |
Nell'Europa arcaica, prima ancora dei popoli definiti "celti", molto probabilmente era venerata una Grande Dea, l'energia primordiale genitrice della vita, colei "dai molti aspetti" che da forma ad ogni cosa, filatrice del filo con cui Essa tesse la ragnatela della vita e del creato. Ad ognuno di questi aspetti i popoli di ogni tempo e luogo hanno dato "nomi" che possiedono un significato traducibile legato ad un qualche aspetto particolarmente significativo di quell'energia sacra, naturale e divina percepita o osservata nella realtà. Tali nomi quindi erano "chiavi" di connessione verso certe qualità dell'energia creatrice e multiforme, ovvero della Grande Dea Una e Molteplice. Chiamare uno di quei nomi (e quindi "quella" Dea) era un modo per invocare la presenza di quel tipo di energia, anche se per molti popoli sono state considerate vere e proprie entità. D'altronde, se ci riferiamo ai celti, per loro i nomi sacri erano una cosa molto seria: ogni tribù/clan aveva il suo nume tutelare, il cui nome doveva restare segreto perchè rivelandolo a dei potenziali nemici (quindi a tutte le altre tribù) gli avrebbero consegnato le chiavi per dominare quella forza che li proteggeva e quindi per farsi vincere e dominare essi stessi dai loro rivali.
Ogni Dea aveva delle caratteristiche di base della Grande Dea, più altre caratteristiche che dipendevano dal luogo, dall"ambiente, dal clima, dai popoli e dalle loro particolari credenze o superstizioni.
Cesare assimilò questa Grande Dea europea a Minerva, ma in realtà essa reca anche qualità riferite a Diana, Cerere, Junone e a molte altre, magari meno conosciute perchè proprie di popoli piccoli e dalle tradizioni meno note.
La Dea Brighid è una rappresentazione della Grande Dea: il suo nome significa l'altissima, ma anche la splendente o radiosa. Quindi è il nome irlandese per indicare la Dea sopra ogni altra, recante il fuoco vitale che risveglia e nutre la vita. Questa stessa caratteristica la troviamo in Brigantia, dea del popolo dei Brigantes, che essendo guerrieri le conferirono anche caratteristiche guerriere, e i romani la rappresentarono proprio come Minerva, con l'elmo in testa, e ci sono incisioni che ne indicano l'assimilazione a Minerva o a Celeste, Grande Dea dei Cartaginesi conosciuta soprattutto come Tanit o Astarte, e a questa Minerva furono conferiti aspetti legati alla guarigione e all'acqua (Nimphae Brigantia) che la Minerva classica non aveva. Ma tornando alla "fiamma", ne troviamo riferimenti anche nel nome Irlandese Breo Saighead (freccia di fuoco o "fiery arrow" da breoga=ardente), oppure, in altri luoghi, per Brighindu, Belisama (colei che splende), Sulis (il Sole), Syrona (la stella) e altri, diffusi in molte zone d'Europa, anche in Italia. Tutte sono associate a fonti, alcune ad acque termali curative, e sono Madri dei popoli e portatrici di fertilità: nel bellissimo libro "Brigid, Goddess, Druidess and Saint" di Brian Wright, una delle tante parole gaeliche (gallese in questo caso) che sono prese a riferimento per svelare i significati del nome Brigantia è brydio, che significa ribollente/spumeggiante, proprio come le acque calde termali o l'acqua che scorre veloce dalle sorgenti o dei fiumi.
Ma mi soffermo sulla Dea Brighid d'Irlanda, la mia preferita. Gli Irlandesi sono stati gli unici a mantenere abbastanza vive le loro tradizioni gaeliche precristiane, e per questo la loro Brighid è il metro di misura sul quale si verificano e si confrontano le altre dee ad Essa assimilabili, e dal quale si evincono le caratteristiche di questa Dea primordiale lunisolare delll'antica Europa, che prima dei Romani fu abitata prevalentemente da popolazioni definite "celtiche", che arrivarono fino al Nord Italia e ad una piccola parte del centro.
Lei è il bianco cigno simbolo di purezza, i cui colori (il bianco delle piume, il nero della mascherina facciale e il rossiccio del becco) sono i colori della Triplice Dea. Spesso la Grande Madre, come la stessa Gimbutas insegna, è rappresentata con un uccello d'acqua.
Proprio in funzione del forte legame tra questo elemento e il sacro femminile, è una Dea delle fonti miracolose o curative. Esse si trovano tutt'oggi nella campagna di Kildare (Cill Dara), il villaggio dove sorgeva il suo tempio divenuto poi la cattedrale/monastero dedicata alla Santa che portava il nome della Dea, Santa Brigida, la più venerata in assoluto in Irlanda e in quelle zone insulari (in Galles è anche chiamata St. Ffraid), che fece molti miracoli, fra cui le guarigioni con le acque della fonte di Brighid, la moltiplicazione della birra :D e del burro. Anche il latte difatti era percepito come un dono di Brighid, per questo associata alla mucca. La festa a lei dedicata, Imbolc (1 Febbraio), celebrava proprio il latte che sgorgava dalle mammelle degli animali di allevamento che avevano partorito i loro cuccioli, e che era una manna in quel momento dell'anno in cui scarseggiava il cibo. Imbolc era anche la celebrazione del risveglio della natura in virtù di una rinnovata forza solare. Le piante a Brighid dedicate, come ad esempio la betulla (di colore bianco,i cui rami non molto fitti lasciano passare la luce), il tarassaco (erba estiva dal fiore di un giallo intenso, e dalle virtù purificatrici), il bucaneve (bianco come la neve attraverso cui si fa strada per esporsi alla luce, primo fiore del risveglio primaverile nei giorni d'inverno), sono espressioni di luce e purezza.
Il fuoco vitale di Brighid quindi da e risveglia la vitalità della natura che giace addormentata sin dagli ultimi giorni più bui dell'anno.
Ma non è tutto qui: è anche luce d'ispirazione dei poeti e artisti, il focolare domestico, la fucina del fabbro, la passione che guida la mano dell'artigiano e la filatrice.
Lei è la Dea rinnovata in fanciulla che reca in sè la fertilità, è la saggezza di una druidessa, ed è la Terra verde smeraldo d'Irlanda: il suo mantello è coperto di erba fresca e vellutata, il che fa di lei non solo una Signora della luce, ma anche della terra e delle sue energie ctonie, associate a Brighid nella figura del serpente. Brighid non è forse il nome più arcaico e primitivo con cui è stata chiamata la Grande Dea, e diventa Ana/Aine, (forse era questo il nome arcaico) al momento dei frutti e dei raccolti, e Cailleach/Black Annis nei freddi e oscuri giorni più brevi e grigi dell'inverno.
Quando il sonno invernale della natura finisce, il riposo ha trasformato la Dea vecchia e stanca in vigorosa fanciulla che con il suo tocco di fiamma vitale fa scattare la scintilla che rianima le radici delle piante, attiva il seme, e smuove tutti gli esseri viventi dal loro torpore.
L'altissima e radiosa, luna e sole, fuoco e luce, acqua e latte, cura e nutrimento, ispirazione e arte, poesia e saggezza, nascita e risveglio, forgia e focolare, guarigione e purezza, amore e compassione..... al suo tempio di Cill Dara 19 sacerdotesse prima e monache poi, curavano a turno il suo fuoco sacro sempre acceso. Quel fuoco era la manifestazione visibile della fiamma vitale, energia radiosa che portava il nome di Brighid/Brigit/Bride, che anche nella cristianizzazione non ha perso nulla del suo potere ma semmai lo ha accresciuto. In nome della sua sacra fiamma ancora oggi vengono costruite le "cross bride" e accese candele che si mescolano a quelle della Candelora o Candlemas. Brighid è la Grande Dea che vestendo i panni della santa, così come più diffusamente quelli di Maria, è sopravvissuta ad ogni mutamento che avrebbe potuto estinguerla nelle ere del tempo, poichè la sua fiamma, anche se apparentemente spenta, ha sempre continuato a brillare. Daltronde, è la fiamma stessa della vita!!. Per vedere le immagini del Tempio di Cill Dara oggi Cattedrale di Kildare, cliccare qui
Brighid, una nuova Dea
Facciamo un pò di storia più dettagliata.
Alcuni tendono a dire che Brighid e Brigantia sono la stessa cosa. Non è così. Secondo Brian Wright (archeologo, professore universitario di archeologia, studioso e insegnante di tradizioni folcloristiche e di mitologia britannica), molti Brigantes, dopo che furono conquistati dai romani, fuggirono in Irlanda, e la loro presenza è indicata non solo da una mappa redatta nel 1690 sulla base di informazioni contenute nel Geography of Polemy del secondo secolo a.c., ma anche da reperti (spade, armi, collane, ecc...) di tipica fattura Brigantes trovati in certe zone dell'Irlanda. Molti di questi oggetti sembrano appartenuti a druidi, i quali probabilmente furono i primi a scappare dalla Britannia romanizzata, visto che erano stati i fomentatori delle rivolte. Ovviamente portarono con se la loro Dea Brigantia, che oltre ad essere una dea guerriera di protezione, nel tempo era stata sempre più associata a benedizioni, acqua e fonti, fertilità, guarigione, fiumi e laghi. A mano a mano che le popolazioni diventavano sempre più stanziali ovviamente gli aspetti guerrieri perdevano un pò di importanza a favore degli altri. In Irlanda però i druidi Brigantes dovettero fare accordi con quelli irlandesi, e secondo Wright furono probabilmente loro a proporre la Dea Brighid ai druidi irlandesi poichè, dopo l'esperienza con i romani, temevano che questi sarebbero sbarcati anche in Irlanda e avevano capito che serviva qualcosa che unificasse tutti i vari regni e tribù in modo da bloccare una eventuale avanzata romana nell'isola di smeraldo. Così, ispirati dalla loro Dea ma prendendo a origine di Brighid le due divinità irlandesi più importanti ovvero il Daghdha e la Mòr-Rìoghain (o Morrigan) crearono questa nuova dea unificatrice, recante quindi in se le caratteristiche delle due divinità genitrici.
I racconti sul Daghdha (il Grande Padre), padre dei Tuatha de Danann, lo descrivono immenso, con un viso grande come mezza pianura, che portava con se su un carro una enorme clava con la quale poteva distruggere nove nemici alla volta, e le loro ossa diventavano come "chicchi di grandine sotto i piedi di un cavallo". Allo stesso modo però se toccava i suoi nemici feriti o morti con l'impugnatura, poteva guarirli o ridargli la vita. Quindi un distruttore e costruttore allo stesso tempo. Alcuni monumenti vengono attribuiti a lui, come ad esempio il Grìanian of Ailech (An Grianan Ailigh), che significa stanza o tempio del Sole, una sorta di anfiteatro dell'età del ferro posto in cima alla collina vicino Burt, che può essere visitato tutt'oggi. Egli poteva spianare venti pianure in una notte, deviare venti corsi di fiumi, controllare il tempo (meteorologico) e i raccolti: aveva difatti un grande calderone, sempre pieno di cibo, che non finiva mai. Con la sua arpa magica poteva creare tre arie: quella del Lamento, con cui rendeva le persone tristi e piangenti, quella del Riso, con cui dava felicità e risate, e quella del Sonno, con cui portava nel mondo dei sogni (che per i celti era un modo per accedere all'altromondo). Fra i suoi nomi troviamo Daghdha Mòr (Il Grande Dio Buono), Ruadh Rò-Fheassa (il Nobile di Grande Conoscienza), Aodh Ruadh Rò-Fheassa (il Rosso Fuoco di tutta la Conoscenza), e Dair (quercia). In merito a quest'ultimo nome, che sembra essere all'origine della parola druido, in uno scritto contenuto nella "Battaglia di Mag Tured" è definito Dio dei Druidi.
Ma veniamo alla Mòr-Rìoghain. E' tra le più arcaiche divinità irlandesi, e il suo nome significa Grande Regina. E' una Dea triplice ed i suoi tre aspetti sono espressi dalla Dea Badhbh (frenesia, della battaglia), Nemhain (o Nemetona), e Macha, signora dei cavalli tipo Rhiannon ma un filino maledicente (nel senso delle maledizioni). Nessuno di questi aspetti era "clemente", e Morrigan era una dea della guerra, eppure molti elementi fanno capire che non è lei la guerra. Difatti nelle leggende nessuna battaglia nasce per causa sua, ma lei protegge chi essa decide di proteggere. E' una mutaforma che si presenta in veste di donna stupenda, di vecchia bruttissima, di corvo, o nel caso dell'eroe Cuchulainn anche di anguilla, che circonda le sue gambe durante un combattimento ed egli viene ferito mortalmente. Daltronde non aveva accettato i suoi favori. Questo ci da un pò l'idea che le popolazioni irlandesi avevano timore della Grande Madre, la quale decideva, puniva e sceglieva a suo piacimento chi proteggere, ma ricordiamo che siamo davanti a popolazioni primitive e quindi piene di superstizioni. E' associata spesso al territorio, e difatti troviamo luoghi con il suo nome, come le Dà Chìch na Mòr-Rìoghna, ovvero due colline vicino Newgrange che indicano i "seni" della Morrigan esattamente come altrove troviamo le colline che sono i seni di Ana, Dea della fertilità e dei raccolti. E' anche una Dea del fuoco, anzi, del focolare: in alcuni ritrovamenti di cucine in siti sacri, ci sono iscrizioni che citano "fulacht na Mor-Rioghna" ovvero il "cuore" della Morrigan. Sembra che avesse con se un branco di mucche bianche dalle orecchie rosse (così venivano descritti sempre gli animali sacri e oltremondani), e questo ci da l'idea di quanto fossero importanti gli allevamenti per quei popoli, visto che le loro terre non erano certo le assolate distese dei campi di grano mediterranei. In quanto corvo, è la signora della morte, che porta via dai campi di battaglia le anime dei caduti (probabilmente perchè vedevano tutti quei corvi poggiarsi sui cadaveri), e li accompagna nell'altromondo dove possono rigenerarsi e, un giorno, tornare a vivere: Dea di vita e morte e ancora vita ecc,... Anche la profezia è una dote della Morrigan. In veste di Badhbh (poi divenuta Bean Sidhe o Banshee, una fata predittrice di morte), quando il guerriero ne sente lo stridulo lamento o la incontra vecchia e piegata al guado che lava i suoi panni, significa che egli morirà presto. Insomma, con la Morrigan non si scherza. Ma ecco che arriva Brighid, (da una antica storia):
"Il Daghdha era a Glenn Erin al nord, e quel giorno incontrò una donna a Glen Etin, un anno prima della grande battaglia (n.b. contro i Fomori). Il fiume Unshin nella provincia del Connacht ruggiva verso sud, e quella donna si stava lavando con un piede di la dal fiume ad Allod Echae a sud, e l'altro piede di qua dal fiume a Loscuinn a nord. Aveva nove trecce sciolte sulle spalle, e il Daghdha le volle parlare. Lei gli disse di essere la Mòr-Rìoghain, Dea della guerra, ed essi ebbero un rapporto sessuale (n.b.: secondo alcune storie, lungo un anno). Il luogo dove si unirono fu chiamato Leaba na Beirt (il Letto della Coppia), e lei rimase incinta di Brighid". (da "Brigid, Druidess and Saint" di Brian Wright, liberamente tradotta da me).
Dopodichè, la Morrigan predisse al Daghdha che i suoi nemici lo aspettavano al Guado di Unius, e che lei per aiutarlo sarebbe andata da Indech Mac de Domnann o Idech son of De Donann, a togliergli il sangue dal cuore e dai reni, ovvero privare del suo valore colui che era il capo dei Fomori, in modo che il Daghdha con i Tuatha de Danann avrebbero vinto la battaglia.
Così nacque Brighid. Sappiamo che i druidi raccontavano la loro spiritualità con delle storie in versi. Evidentemente con quella sulla nascita di Brighid, essi volevano ricordare che proprio tecnicamente questa Dea era nata da una unione da essi compiuta tra le qualità di Dagda e Morrigan, che avevano alcuni aspetti simili e per alcuni altri si completavano, costruttori e distruttori, vita e morte, raccolti e allevamenti, associazioni col fuoco, protezione della loro gente, conoscenza, saggezza, sapienza, veggenza ecc.... ve l'ho detto che i nomi non sono entità ma energie e aspetti di essa.
Brighid però fu privata di quell'aspetto distruttivo che abbiamo visto nei suoi genitori e dell'aspetto guerriero che abbiamo visto anche in Brigantia. A mano a mano che i popoli si pacificavano e diventavano sempre più dediti all'agricoltura, gli aspetti divini che prendevano importanza erano altri. Così nacque Brighid, una nuova Dea, una signora della guarigione, della creazione, della giustizia, delle acque curative, della fertilità, custode del focolare e fuoco del focolare, protettrice delle famiglie e del bestiame, colei che vede tutto, una protettrice della gente, che comunque assumeva ruoli anche di altre divinità, come Ana (dea dei raccolti), Goibinhu (il fabbro), Dian Cecht (dio della medicina), Amaethon (dio dell'agricoltura). Lei divenne anche un pò loro, e ne fu in alcune leggende la madre, in altre la sorella, ... lei era l'unificatrice di tutto, ed è soprattutto la Fiamma Vitale, che arde in ogni essere vivente e ovunque c'è vita.
E' stata una grande innovazione, che ha messo d'accordo druidi e popoli, e che recava aspetti incredibilmente luminosi rispetto alle Dee più arcaiche, delle quali tutti gli aspetti più positivi sono riuniti in Lei, la quale diventò talmente importante nel cuore degli irlandesi di tutti i tempi che anche con il cristianesimo non fu mai abbandonata ma divenne Santa Brigida, la Maria dei Gaeli.
Aveva anche un aspetto più severo, quello della buona madre che sgrida e che ti mette di fronte a te stesso, alla tua verità negata, ai tuoi limiti.
"Brigid, Fiamma delle Due Eternità, ricreò la terra con un canto, e portò i suoi fratelli dalle Terre dell’Estate Tir na n’Og, giù nell’abisso terreno. Essi avevano con sè la Spada della Luce, il Calderone dell’Abbondanza, la Lancia della Vittoria, e la Pietra del Destino. Tutti la seguirono: Nuada, il dominatore della Bianca Luce, Angus Cuore Leggero, Mydir l’altero, il Dagda suonatore dell’arpa magica, Ogma splendore del sole, Goibinhu il fabbro dei prodigi, e vennero cadendo come una pioggia di stelle. Nell’abisso che turbinava di una vita che divorava se stessa essi portarono luce e ordine, mentre Brigid stese il suo mantello sulla Terra perché “aveva sognato la bellezza”. Quando il mantello toccò la terra, si distese in una fiamma d’argento, e tutto ciò che era sporco e orribile si ritrasse da quella fiamma, sparendo, mentre il Dagda immerse le mani nel calderone che aveva portato giù tirando fuori del fuoco verde che sparse sulla terra, mentre gli altri tenevano lontane le tenebre con la Spada della Luce e la Lancia della Vittoria. Brigid prese la Pietra del Destino e la posò sulla terra perché gli Dei vi potessero regnare, e si dice che su quella pietra vi sedettero tutti coloro che volevano divenire Re, ed essa tuonava solo quando riconosceva colui che era degno di regnare. Fecero fonti, come la magica Fontana di Connla, dove nuotava il salmone della conoscenza, ed intorno a quella terra misero il mare con le onde di Manannan, e divenne l’Irlanda. Poi Brigid tornò a Tir na n’Og, lasciando lì gli altri, poiché anche gli altri mondi avevano bisogno del suo fuoco. (riassunto mio di un brano tratto da "Le meravigliose leggende celtiche" di Ella Young)
Per questo mi piace tanto parlare di Brighid. Perchè lei è la nuova Dea che può unire i popoli, ma non solo: può unire i mondi.
Oggi abbiamo vinto le superstizioni, con l'aiuto della scienza. Ma sappiamo che tutto esiste e tutto avviene perchè c'è "l'energia", una forza divina dai molti colori e molti aspetti. Brighid Fiamma Vitale è tutto ciò. In Lei ci sono tutti quei colori.
Credo che il messaggio che questa "Dea/Energia" porta sia importante, e sia proprio racchiuso nella sua storia.
Ella ci ricorda le cose che contano: la cura, la bellezza insita nella vita, la capacità di creare, la forza che arde nel mondo, l'abbondanza che ci dona Madre Terra ma che non è mai scontata, la guarigione che ci viene dal rapporto con l'acqua, con il cielo, con la terra, con la Natura, e nel suo aspetto più severo, ci mette di fronte a noi stessi e al buon senso che guida nell'individuazione di ciò che è giusto. Nella sua storia c'è l'unificazione dei popoli, ed aveva messo via le lance, le spade e le clave dei suoi predecessori, patroni di tribù e clan guerrieri sempre in lotta tra loro, in favore di più elevati valori per la vita: credo sia la grande eredità che i druidi irlandesi e britanni in Irlanda ci hanno lasciato, e che tutt'oggi Brighid è sempre portatrice di un grande messaggio di luce.
(Ps: - Al Goddess Temple inglese di Glastonbury la sacerdotessa di Brigid è Marion Brigantia, mentre in Italia troviamo il gruppo "La Via delle Api" fondato da Almanimue, legato in parte al Goddess Temple)
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Note bibliografiche:
- "Le meravigiose leggende celtiche" di Ella Young, Ed. Terra di Mezzo
- "Brigid - Goddess, Druidess and Saint" di Brian Wright, Ed.The History Press
- "Tending Brigid's Flame" di Lunaea Weatherstone, Ed.Llewellyn Publications
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Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice
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