giovedì 17 settembre 2020

I Mabinogion

 



“The Mabinogi” o "Mabionogion", è IL libro di Avalon per eccellenza. E' un insieme di racconti definiti “quattro rami” tratti da antichissimi manoscritti gallesi medioevali, il “Llyfr Coch Hergest” (Libro Rosso di Hergest) e il “Llyfr Gwyn Rhydderch” (Libro Bianco di Rhydderch), scritti tra gli ultimi decenni del 1300 e i primi decenni del 1400, e di cui i “Mabinogi” sono solo una parte. Prendono probabilmente il nome dal colore della antica rilegatura e sono opera di amanuensi. Il primo è conservato presso la Bodleian Library  (Università di Oxford), il secondo si trova presso la National Library of Wales. Le storie dei Mabinogi furono ritrascritte nell’ottocento da Lady Charlotte Guest, una nobildonna inglese, la quale aggiunse a tali narrazioni anche altri racconti gallesi in molti dei quali appare Re Artù ma in una versione più arcaica e rude rispetto a quello a cui siamo stati abituati dai romanzi cavallereschi e dal cinema, e non ci sono citazioni relative ad Avalon e annessi. Tra le varie narrazioni gallesi troviamo anche il Racconto/Storia di Taliesin, in cui emerge il personaggio di Kerridwen con il suo leggendario calderone della saggezza, e narra della nascita del celebre bardo celtico. Charlotte Guest pubblicò erroneamente tutto l’insieme dei racconti da lei trascritti con il nome di Mabinogion, pensando che significasse “storie per ragazzi”, ma secondo molti studiosi si tratta di un termine che fa riferimento al Maponos/Mabon e quindi a materiale letterario attinente a un certo tipo di antica cultura spirituale gallese, e tale nome apparterrebbe solo ai “quattro rami”, di probabile origine neolitica, contenuti negli antichi manoscritti. Una versione molto famosa del Mabinogion è di Evangeline Walton, scrittrice americana, che fece una bellissima trasposizione fantasy dei soli “quattro rami” e che gli ha valso anche alcuni premi letterari. I titoli originali antichi delle quattro narrazioni sono: “Pwyll principe di Dyfed” (dove appare Rhiannon, che riveste in modo estremamente evidente la veste di Signora di Sovranità, e della Madre del Mabon che qui prende il nome di Pryderi), “Branwen, figlia di Lyr”, “Manawydan figlio di Lyr” (dove troviamo ancora Rhiannon ma come colei che accompagna il figlio Mabon/Pryderi nella terra), “Math figlio di Mathonwy” (dove troviamo Blodeuwedd e Arianrhod).
Il resto invece riguarda i temi arturiani, nella loro versione più arcaica, e sono:
- La Dama della Fonte
- Peredur figlio di Evrac
- Il sogno di Rhonabwy
- Geraint figlio di Erbin, ed Enide
- Killrwuch/Culhwch e Olwen o il Twrch Trwyth
- Il sogno di Macsen Wledig
- Llud and Llevelys
Infine, ma non in tutte le versioni, troviamo lo "Hanes Taliesin"

Oltre al testo di Lady Charlotte Guest, personalmente ne ho letto una riscrittura da parte di Patrick Ford, per la University of California Press, e la versione in italiano curata da Agrati e Magini per la Mondadori, che però non è più nel mercato, ad eccezione delle copie usate. 
Per chi invece non ama la mitologia ma gli piace il genere romanzo fantasy, c'è la splendida versione romanzata della Walton a cui ho già accennato. 

Questo è ritenuto IL testo di Avalon poichè riassume in se moltissimi dei contenuti della antica visione celtica del mondo e del sacro, e soprattutto i "quattro rami" citano i nomi di quelle figure femminili che, insieme, ci raccontano tutti quegli aspetti del divino femminile così come era percepito dagli antichi popoli dell'Europa proto-celtica, visione poi acquisita in parte dai celti, e ne mettono in risalto non solo le caratteristiche della vergine (energie nuove e fertili), della madre (colei che da frutto, che nutre e accudisce) e della anziana saggia (colei che stabilisce le leggi naturali e conosce tutto) ma anche il suo ruolo iniziatico nei confronti del maschile, il quale può custodire il regno della sua Signora solo dopo un lungo processo di crescita e di maturazione. Il concetto di base di tutte le storie è la Sovranità, che ognuno ottiene solo nel momento in cui questa crescita e questa consapevolezza di se è avvenuta, ma per quanto riguarda il maschile, deve esserci anche un riconoscimento del rispetto che il sacro femminile deve ricevere: egli non è il padrone, e il suo ruolo di Re lo rende "il custode" e non il dominatore. Ovviamente i caratteri divini dei personaggi si evincono non solo dalle loro caratteristiche specifiche ma anche dai loro poteri che potremmo definire miracolosi o magici. 

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Testo e foto di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice.

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