sabato 26 settembre 2020

The Lassie and the Godmother

Immagine dell'illustratore Kay Nielsen per la favola in oggetto

 The Lassie and her Godmother 

(che più o meno sta per "La fanciulla e la sua madrina") liberamente tradotta e riassunta da me
da "East of the Sun, West of the Moon", favole raccolte da Peter Christen Asbjørnsen and Jørgen Moe.  La versione del mio libro è quella edita da Noel Daniel e illustrata da Kay Nielsen (stupendo)

C'era una volta una coppia povera che viveva lontanissimo in un grande bosco. Ebbero una bimba, ma erano molto poveri e non avevano soldi per nutrirla. Un giorno il padre andò in giro, casa per casa, a cercare qualcuno disposto a sostenere la figlia e mantenerle il necessario nutrimento, ma non trovò nessuno disposto a pagare per il suo cibo. Mentre tornava alla sua povera dimora fu fermato da una bella signora, vestita elegantemente e molto gentile. Disse che si sarebbe occupata lei della bimba, ma disse anche che voleva tenersela per se. Allora l'uomo andò a chiedere alla moglie cosa ne pensava, ma lei rispose di no. Il giorno dopo l'uomo tentò di nuovo la ricerca di una persona disposta a mantenere la piccola, ma la ricerca fu sempre vana e di nuovo incontrò la signora elegante e gentile che gli ripetè la stessa offerta del giorno prima. Così l'uomo lo riferì un'altra volta alla moglie, la quale rispose che se anche il giorno dopo non avesse trovato nessuno, avrebbe accettato di cedere la piccola per non farla morire di fame, dato che la signora era così elegante e gentile. E così fu. Il terzo giorno, dopo altri vani tentativi, l'uomo ritrovò la signora, la quale, il mattino dopo, si presentò a casa sua con due uomini che disse essere i padrini della piccola, quindi prese la bimba e si recò in chiesa per farla battezzare. Poi la portò a casa sua dove la bimba crebbe felice. Quando Lassie fu grande abbastanza per conoscere il giusto e lo sbagliato, la sua madrina partì per un viaggio, ma prima le disse che poteva andare per tutta la casa, ad eccezione delle tre stanze che le avrebbe  mostrato. Mentre era via, la ragazza non si trattenne dall'aprire una di quelle porte quando ...Pop!! una stella uscì fuori e si piazzò su nel cielo. La madrina al ritorno vide la stella lassù e si arrabbiò così tanto che voleva mandare via la figlia adottiva, ma costei pianse e si disperò così tanto che la madrina la tenne con se. Dopo un po' di tempo però dovette partire di nuovo e si raccomandò con la ragazza di non entrare nelle due stanze che le aveva già mostrato e dove ancora non era stata. La ragazza promise di obbedire, ma quando la madrina fu via, ella non fece che pensare a cosa ci poteva essere dentro quelle stanze. Così aprì una seconda porta e .... Pop!! uscì fuori la Luna, e si appese anch'essa nel cielo. Quando tornò dal suo viaggio, la madrina divenne furiosa, e le urlò di andar via, ma la ragazza pregò e si disperò così tanto che alla fine di nuovo la tenne con se. Dopo un po' di tempo la madrina dovette andar via una terza volta, e di nuovo fece alla ragazza le solite raccomandazioni riguardo però l'unica stanza rimasta ancora chiusa. Come le altre volte, in seguito alla partenza della signora, la ragazza fu di nuovo presa dalla curiosità, ma cercò di soffocare il desiderio di aprire la stanza. Ad un certo punto non ce la fece più, e dalla porta uscì fuori un luminosissimo Sole che salì su in cielo. Figuriamoci quanto si arrabbiò la madrina al suo ritorno!! E questa volta non la perdonò, nonostante le preghiere, i pianti e la disperazione della ragazza. Così le disse che la mandava via, e che doveva anche punirla. Le dette la possibilità di scegliere tra due opzioni: essere una ragazza bella e gentile ma muta, oppure brutta ma con la facoltà di parlare. La ragazza scelse la prima opzione, e divenne bella come una fata, ma non potè più proferir parola. Così dovette uscire da casa della madrina, e più andava lontano nel bosco più le sembrava non finisse mai. Quando scese la sera, salì sopra un albero che aveva sotto di se una fonte e lì si mise a dormire. Giusto là davanti, a distanza, c'era un castello dal quale ogni mattina veniva a quella fonte  la domestica del Principe a riempire la brocca. Quel giorno, guardando nell'acqua, ella vi vide riflesso il bellissimo volto della ragazza, ma pensò che era il suo, e quindi  gettò via la brocca e corse al castello pensando che era troppo bella per andare a prendere l'acqua, e così dovette andare alla fonte un'altra domestica, ma successe la stessa cosa. Alla fine il Principe andò da solo per vedere cosa significava tutto ciò. Egli però scorse la ragazza sull'albero, e se ne innamorò. La aiutò a scendere e la portò a casa per farne la sua Regina, ma la madre non era contenta perché secondo lei, dato che la ragazza non parlava, poteva essere una strega malvagia. Il Principe però non volle sentire ragioni, e la sposò. Dopo un po' di tempo Lassie ebbe un bambino, ma appena partorì arrivò la sua madrina che prese il bimbo e appoggiò le sue dita sulla bocca della Regina dicendole che ora sarebbe stata addolorata come lo fu lei quando le fece uscire la Stella dalla stanza. Poi se ne andò con il bambino, portandolo via con se. Pensarono tutti che la Regina si fosse mangiata il piccolo e la Regina Madre voleva bruciarla come una strega. Il Principe però le era così affezionato che la liberò e decise di tenerla vicino a se. Per due volte lei rimase incinta, e per due volte la madrina venne prendendole i figli e dicendole le stesse parole, ma una volta riferendosi alla Luna e l'altra volta riferendosi al Sole. A questo punto il Principe non potè più difendere la sua sposa e decise di mandarla al rogo. Mentre cercavano di legarla al palo, arrivò la madrina con i tre bambini in braccio. Si avvicinò alla Regina e le disse: "ecco i tuoi bambini. Ora puoi riaverli. Io sono la Vergine Maria, e così addolorata come lo sei stata tu, lo sono stata io quando hai lasciato uscire la Stella, la Luna e il Sole. Tu sei stata punita per tutto ciò che hai fatto e ora puoi riavere anche la parola". Che gioia fu quel momento per il Principe e la Regina! Da allora vissero felici e contenti, e la Regina Madre fu molto più affettuosa con la ragazza. 

È una favola scandinava, ma vi ritroviamo elementi noti anche ad altre tradizioni, per cui possiamo supporre che sia la rielaborazione di un racconto molto più antico. La raccolta si chiama "East of the Sun, West of the Moon", poichè indica un mondo che va al di là della realtà, oltre la linea dell'orizzonte dove sorge il Sole e tramonta la Luna, ancora più in là, in un luogo irraggiungibile dietro di essi, un luogo spirituale oppure il mondo della fantasia.
Una cosa che mi ha incuriosito è che anche in alcune altre storie del libro, le fanciulle sono chiamate "Lassie", ovvero ragazzina, ma con la L maiuscola come fosse un nome, e non hanno altri nomi. 
Il mutismo a cui è costretta la ragazza per "punizione" ricalca alcune leggende dove però l'impossibilità di parlare ha sempre un valore iniziatico: è un percorso in un'altra dimensione dove non si usano le parole umane. Difatti lei si trova in un bosco infinito e la fonte è l'elemento liminale che la condurrà al luogo dove avrà la sua iniziazione, che inizierà dal momento del risveglio sull'albero che è "la porta" di entrata a quel luogo. In alcune leggende celtiche, il sonno, come quello indotto dal canto degli uccelli di Rhiannon o dell'Arpa del Dagda, "addormenta i vivi e risveglia i morti", ovvero accompagna in un mondo altro. I figli che le vengono sottratti di nascosto e l'idea ingiusta che li avesse uccisi lei ci conducono al mito contenuto nei Mab che narra di Rhiannon, la quale subì la stessa sorte, anche se non la stessa condanna. Anche la punizione ha simbolicamente un valore iniziatico, è un percorso di crescita, dove le emozioni e il sacrificio sanciscono il passaggio dall'età fanciullesca a quella adulta, con la conseguente acquisizione di responsabilità. I figli scomparsi e poi ritrovati rappresentano il Mabon, il figlio divino, che fu rapito da Modron, la "Madre", la quale lo tenne nascosto per giorni fino che non fu ritrovato e liberato. Questo concetto, che troviamo anche nel Peredur/Perceval, in Culhwuch ed Olwen, nella storia di Lugh e Llew Llaw Giffes, in quella di Cuchulainn e di Artù, rappresenta simbolicamente  il Sole del solstizio, che per tre giorni è al suo limite minimo di tempo di attività e quindi è come se fosse nascosto. E' il momento della sua rinascita nel grembo della Dea (agli eroi delle leggende è sempre attribuita una nascita prodigiosa). Poi piano piano, anche se debolmente, i giorni successivi la luce tornerà a crescere, e dopo le feste natalizie potremo cominciare a vederne la presenza in modo apprezzabile. La ragazza è la Dea rinata e risvegliata dopo il sonno invernale con un volto di fanciulla, bellissima, portatrice di luce e di sovranità: difatti lei è la Regina, colei che il Principe prende in sposa per consolidare il suo diritto a regnare. La Regina Madre invece è la Dea nel suo aspetto invernale di vecchia. In questa favola, come in molte favole antiche, la Dea si mostra con l'aspetto di fanciulla (la ragazza), di madre (la madrina) e di anziana saggia (la Regina Madre). Il Dio è rappresentato dai tre figli della Regina che vengono rapiti, (il Mabon, il Re quercia), dal marito il Principe (il Dio anziano, il custode, il Re Agrifoglio, ma anche il giovane Dio fecondante) e i due uomini a fianco della madrina che fecero da padrini (i due aspetti del Dio, sempre e comunque custode della Dea e della natura). La Dea è la creatrice dell'Universo, le stelle la luna e il sole rappresentano le leggi universali che lei scrive, e difatti solo lei può appendere nel cielo la Stella, la Luna e il Sole quando è il momento giusto di illuminare il giorno o la notte, regolando cicli stagionali, mensili, giornalieri, che mantengono in armonia la bellezza e l'abbondanza nella Terra, strettamente collegata alla danza degli astri e alla musica dell'Universo. Le leggende antiche non ci insegnano che la donna deve essere salvata dal principe azzurro (n.b. - spesso son state fraintese, anzi, la donna è spesso investita di un grande potere): esse sono sempre uno scrigno misterioso che conserva la conoscenza delle leggi naturali posseduta a quei tempi molto molto lontani in cui nacquero, ma con le edulcorazioni fatte attraverso le epoche per renderle più affini a nuove culture, la comprensione dei loro contenuti diventa sempre più complessa e può dar luogo anche ad interpretazioni maschiliste fuorvianti. In tali leggende, l'elemento maschile e femminile, il giorno e la notte, la gioventù e l'anzianità, sono sempre intrecciate tra loro in una danza di eventi, e lo stesso personaggio può incarnare più aspetti in modo molto sottile, sfumato, tanto da non capire dove è il confine tra di essi. Questo perchè nei popoli antichi, soprattutto quelli dell'Europa nord-occidentale, non c'erano confini tra i vari elementi culturali e spirituali della loro società. Per essi tutto era parte di una tela, e quindi anche l'altro mondo non era poi così lontano, servivano solo le giuste strategie spirituali (come ad esempio l' "imbas forosnai" praticato dai druidi, che è una sorta di sonno-trance) per vederlo, raggiungerlo, e magari parlamentare con entità superiori.
I tempi antichi non sono certo il metro con cui misurare il presente, e chissà: forse un giorno odieremo il sole e lo considereremo una maledizione, visto quello che sta succedendo nel clima mondiale, ma ancora possiamo trarre dagli insegnamenti arcaici qualche ispirazione e qualche elemento in più di comprensione.

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Un'antica leggenda Norvegese "in foto"
(Le terre del Nord Europa sono piene di antiche suggestive leggende)



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Note Bibliografiche:
- "East of the Sun, West of the Moon" di Kay Nielsen e Noel Daniel, Ed. Taschen

- Immagine di Kay Nielsen
- Foto e narrazione della leggenda norvgese di Niviane

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Testo di Niviane. Vietato copiare o utilizzare il contenuto di questo post o parti di esso senza aver ricevuto il consenso esplicito e scritto dell'autrice.



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